California, la Costituzione tutela i videogiochi

California, la Costituzione tutela i videogiochi

La Corte Suprema boccia la legge di stato contro la vendita ai minori dei cosiddetti killer game. Non esistono prove evidenti di una maggiore pericolosità rispetto ad un libro o un film. La libertà di espressione è anche videoludica
La Corte Suprema boccia la legge di stato contro la vendita ai minori dei cosiddetti killer game. Non esistono prove evidenti di una maggiore pericolosità rispetto ad un libro o un film. La libertà di espressione è anche videoludica

Sono quasi sei anni che in California si trascina una battaglia sfiancante, scatenata dal senatore repubblicano Leland Yee con il benestare dell’ex-governatore locale Arnold “T-800” Schwarzenegger. Una vera e propria crociata contro tutti i videogame violenti, accusati di trasformare i minori a stelle e strisce in pericolosissime macchine assassine .

Una legge di stato era stata proposta , che vietasse la vendita di giochi come Grand Theft Auto ai player di minore età. I vari retailer – anche quelli specializzati in noleggio – avrebbero rischiato multe fino a mille dollari . Il caso era finito all’attenzione della Corte Suprema, chiamata ad esprimersi sul livello di costituzionalità delle predisposizioni proposte da Yee e Schwarzy .

In un parere di circa 90 pagine, i supremi giudici californiani hanno ora sottolineato come non esistano prove evidenti di una maggiore pericolosità portata in dote dai videogame . Non più di un libro o di un film contenente scene di violenza o sesso. Perché dunque bandire le sole esperienze videoludiche? Su quali basi specifiche?

La Suprema Corte a stelle e strisce ha dunque seguito la decisione già presa da una corte d’appello californiana, che aveva considerato il testo di legge come una violazione del Primo Emendamento della Costituzione . Inoltre, gli attuali studi in materia non avrebbero mai dimostrato effettivamente la connessione tra eventuali esposizioni a giochi violenti e un conseguente comportamento aggressivo da parte degli adolescenti.

Una decisione apparentemente ineluttabile per le agguerrite speranze del senatore Yee, che ha subito lanciato nuove grida di battaglia. Anche a costo di attendere che i membri della Supreme Court cambino. Intanto c’è soddisfazione estrema da parte dei vertici della Entertainment Software Association (ESA), che hanno parlato di una decisione storica per la tutela della libera espressione in terra statunitense.

“La Corte ha stabilito con forza che restrizioni basate sui contenuti di un videogioco sono incostituzionali – ha spiegato il CEO di ESA Michael Gallagher – sono i genitori, non i burocrati del governo, ad avere il diritto di decidere cosa sia appropriato per i propri figli”. I minori potranno pertanto continuare a giocare liberamente, anche distruggendo avversari con i più aggressivi calci rotanti.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
28 giu 2011
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