Sacramento (USA) – Venerdì scorso i deputati del parlamento della California hanno approvato una legge che potrebbe vietare la vendita dei videogiochi dai contenuti violenti ai minorenni. L’unico freno alla sua promulgazione è Arnold Schwarzenegger, l’attuale Governatore repubblicano. Shwarzy non si è ancora pronunciato, e non si fa fatica a comprendere che una sua eventuale scelta a favore della messa al bando potrebbe avere decisive conseguenze di carattere economico e popolare.
Osservando il fenomeno dall’Europa potrebbe stupire che la campagna contro la violenza dei videogame sia partita dal Gruppo democratico, che nel parlamento detiene la maggioranza. La stessa senatrice Hillary Clinton sta sostenendo la causa proibizionista a livello federale.
La legge non solo vieterebbe la vendita ma sanzionerebbe i trasgressori con 1000 dollari di multa , ed obbligherebbe i distributori a “bollare” i videogiochi con un nuovo marchio specifico. Leland Yee, uno dei deputati democratici più agguerriti, ha accusato più volte l’ Entertainment Software Ratings Board , l’ente preposto alla classificazione dei contenuti presenti nei videogiochi, di conflitto di interessi , dato che alle sue spalle i più importanti finanziatori sono proprio le major dell’intrattenimento videoludico. “Mentre nei film il rapporto con la violenza è passivo, nei videogiochi si partecipa attivamente scegliendo come e quando uccidere; la diretta conseguenza è che tutto questo ha un drammatico impatto sui nostri bambini”, ha spiegato Yee.
Come avviene sempre in questi casi si è assistito ad un’alzata di scudi da parte dell’industria dei videogiochi, che sostiene di aver già risolto il problema dei minori grazie all’utilizzo del sistema di classificazione dei contenuti dell’ESRB. Insomma, i bollini “Mature” per un pubblico adulto sembrano essere più che sufficienti.
E così dopo il tentativo di evangelizzazione delle masse con l’informatica e gli scandali che hanno riguardato Grand Theft Auto , il più famoso block-buster della perdizione, l’America sembra alla disperata ricerca di una bussola legislativa che sappia dire se un titolo è buono o cattivo.
D.d.