La voce dei cittadini della Rete è un elemento determinante per il destino di un’attività commerciale o di un servizio: ne hanno consapevolezza gli esercenti e i fornitori di servizi più avveduti , ne è consapevole il legislatore californiano, che ha appena approvato un’integrazione al Codice Civile che punisce coloro che impediscano ai propri utenti di esprimere opinioni sui beni o sui servizi venduti.
Il testo firmato dal governatore della California non fa esplicito riferimento a Internet e alle numerose piattaforme che raccolgono le recensioni, ma prende di mira la clausole contrattuali che sempre più spesso sono sottoposte all’utente al momento dell’acquisto: i contratti non possono includere alcuna clausola che imponga al consumatore di rinunciare a esprimersi riguardo un bene o un servizio. Il contratto che preveda clausole del genere non solo sarà considerato non valido, ma innescherà sanzioni che spaziano da 2.500 a 10mila dollari.
Vincolare gli utenti a mezzo contrattuale è una strada battuta da tempo dalle aziende per tutelarsi dai pareri degli utenti inclini alla condivisione, e per rivalersi su di loro pretendendo dei rimborsi, sovente detratti dal conto corrente utilizzato per corrispondere il pagamento, come se si trattasse di un semplice servizio aggiuntivo. La legge approvata dalle autorità della California, in vigore dal 2015 , è stata scritta proprio per permettere ai cittadini di denunciare qualsiasi azienda che preveda tali clausole contrattuali.
La legge, sottolinea però l’esperto giurista Eric Goldman, non è in grado di proteggere i consumatori e i recensori dalle tattiche più insinuanti adottate dalle aziende per assicurarsi il loro silenzio: ci sono fornitori di servizi, come l’organizzazione Medical Justice, che hanno vincolato le recensioni dei propri utenti a una cessione dei diritti d’autore preventiva, firmata al momento del contratto, una soluzione da molti ritenuta illegale .
Ad accogliere con favore l’iniziativa legislativa della California è Yelp, che offre spazio e visibilità ai pareri dei cittadini della Rete: privare esercenti e fornitori di servizi della possibilità di proibire le recensioni non può che consolidare il circolo virtuoso che muove dalle recensioni per migliorare la concorrenza sul mercato e la qualità dell’offerta. E non può che attribuire a Yelp un peso sempre maggiore nel negoziare con i soggetti recensiti le strategie pubblicitarie per ripulire la loro reputazione .
Gaia Bottà