L’avrà fatto per farsi pubblicità o per evitare davvero una costosa querelle legale ma di certo è una scelta che suscita l’interesse degli esperti: è quella dei gestori di “CHmoogle”, motore di ricerca specializzato nella Chimica, che hanno annunciato di aver dovuto rinunciare a quel nome su pressioni di Google .
I gestori del motore, che ora si chiama eMolecules , sostengono di aver ricevuto nei giorni scorsi notizia del fatto che Google si è opposto alla registrazione del trademark CHMoogle sostenendo che, essendo “molto simile” al proprio trademark, avrebbe “probabilmente generato confusione”.
Secondo Klaus Gubernator, cofounder di eMolecules, lo scopo del proprio servizio, la sua audience e le sue funzionalità sono tanto diversi da quelli di Google che una confusione non avrebbe mai potuto avere luogo. Ciò nonostante il sito ha deciso di non combattere . “Non è questione di giusto o di sbagliato – ha dichiarato Gubernator – ma su chi ha più soldi. Anche se riteniamo di avere un trademark legittimo, e i nostri avvocati lo hanno confermato, non vogliamo perdere importanti risorse e tempo in una lunga battaglia legale”.
Gubernator – che sostiene di volersi dedicare a corpo morto “alla causa della Chimica su Internet, un’area che fino a qui è stata negligentemente ignorata dai principali motori di ricerca” – ha spiegato perché il suo motore è del tutto diverso da quello prodotto dal colosso californiano.
Presto, ha sottolineato, vi sarà una espansione degli indici “che include milioni di molecole da più di 15 milioni di fonti”. “Noi – ha evidenziato un altro funzionario dell’azienda – siamo scienziati ed ingegneri e non possiamo essere distratti dalle bizzarre teorie legali di Google, che appaiono in conflitto con la Corte Suprema e con le stesse dichiarazioni dell’azienda. Se Google vorrà tentare la via della cheminformatics quella sì è una battaglia che abbracceremo volentieri”.
Va detto che Google in passato si è mossa con molta energia per difendere il proprio dominio dall’assalto, se così lo si può chiamare, di chi voleva sfruttare le assonanze tra Google e i propri domini. Lo ha fatto con Booble.com , Froogles e con altri ancora, come un typosquatter russo , che aveva messo in linea una serie di domini a cui avrebbe avuto accesso chi avesse sbagliato qualcosa nella digitazione della URL www.google.com.