Mentre il dibattito sui cambiamenti climatici tiene banco non solo tra gli addetti ai lavori (fortunatamente), finendo talvolta con il polarizzare le opinioni e spingere la diffusione di fonti o teorie dalla veridicità opinabile (meno fortunatamente), giunge notizia di un record negativo per il nostro pianeta. Si tratta di quello legato alla quantità di CO2 nell’atmosfera, giunta a una concentrazione mai così elevata da quando viene monitorato.
CO2 da record, mai così sulla Terra
415,26 ppm (parti per milione), registrato nella giornata dell’11 maggio dai sensori del Mauna Loa Observatory gestito dalla National Oceanic and Atmospheric Agency sull’isola delle Hawaii. La responsabilità è attribuita in gran parte alle emissioni generate dall’essere umano e dalla sua attività, sia a livello industriale sia derivante da tutto ciò che comporta il consumo di combustibili fossili.
Sebbene la comunità scientifica non sia in possesso dei dati e delle informazioni necessarie per affermare con certezza che mai prima d’ora la Terra sia arrivata ad avere una tale concentrazione di anidride carbonica nella propria atmosfera (per quanto riguarda gli ultimi 800.000 anni è ad ogni modo così), quasi tutti i suoi esponenti concordano sul fatto che un simile aumento e tasso di crescita non abbia precedenti: si è passati dai 300 ppm all’inizio del ‘900 a 400 ppm nel 2016 e a 410 ppm l’anno successivo.
Mai prima di quest’epoca il pianeta aveva infatti dovuto fare i conti con una tale produzione artificiale di biossido di carbonio. Il suo incremento è legato a doppio filo all’innalzamento delle temperature rilevato a livello globale, mettendo a rischio i delicati equilibri che regolano ogni ecosistema, con ripercussioni per tutti gli esseri viventi.
La notizia può essere interpretata come un ennesimo campanello d’allarme, come un ulteriore monito di quale sia la direzione intrapresa e quali le conseguenze non più in un futuro lontano, ma in un avvenire ormai tangibile e che si sta concretizzando sotto i nostri occhi, anche quando siamo tentati di volgere lo sguardo altrove. Certo invertire l’inerzia non è affatto cosa semplice, per via di resistenze legate non solo ad abnormi interessi economici, ma anche a fattori culturali che risentono talvolta dell’influenza non propriamente positiva di chi si trova nella posizione e nel dovere di dare il buon esempio.