La paura di agitazioni di carattere politico sarebbe alla base di un provvedimento deliberato dalle autorità di Phnom Penh per bloccare tutti i servizi di invio e ricezione di SMS durante lo scorso weekend, in occasione delle elezioni politiche.
“Molti cittadini ricevono messaggi dai diversi partiti politici. In queste due giornate tutto deve svolgersi con tranquillità, come previsto dalla Legge”. Questa la motivazione addotta dal National Election Committee, che ha deciso per un blackout totale di tutti i servizi legati ai messaggi di testo per cellulari durante i giorni di voto.
La deliberazione è stata aspramente contestata dall’opposizione in parlamento e dalle associazioni di difesa dei diritti umani. Koul Panha, dell’osservatorio elettorale Comfrel, ha definito “inaudita e irragionevole” la decisione delle autorità, sottolineando l’assoluta mancanza di correlazione tra un evento elettorale e le comunicazioni via messaggi di testo. In Cambogia risultano essere attivi circa 1,6 milioni di utenti di rete mobile, una quota pari all’11% della popolazione.
Agli operatori di telefonia mobile le autorità hanno fatto pervenire l’ordinanza di inibire il servizio di diffusione degli SMS solo con alcune ore di anticipo, lo scorso venerdì. Gli utenti di telefonia mobile sono però stati tempestivamente informati del temporaneo blackout del servizio: l’avviso è pervenuto loro venerdì sera, via SMS.
Un tempo, nel periodo anche pre-elettorale, erano vietati gli assembramenti di persone. Con l’arrivo della tecnologia e della telefonia mobile, c’è chi vieta gli SMS. Se anche negli altri Paesi fosse seguito l’esempio delle autorità cambogiane, ai sobillatori non resterebbe che rifarsi al caro, vecchio megafono nello stile del celeberrimo Totò-Antonio La Trippa con il suo “Votantonio votantonio votantonio” (citazione cinematografica ).
D.B.