A distanza di oltre sei anni, Meta deve ancora risarcire gli utenti per il famoso scandalo Cambridge Analytica. L’azienda di Menlo Park ha concordato con l’Office of the Australian Information Commissioner (OAIC) il pagamento di 50 milioni di dollari australiani. La somma verrà ripartita tra gli utenti di Facebook interessati a partire dal secondo trimestre 2025.
Sanzioni in Italia, Regno Unito e Stati Uniti
Lo scandalo è scoppiato nel 2018, quando The New York Times e The Observer hanno svelato la raccolta dei dati di oltre 87 milioni di utenti su Facebook tramite l’app This Is Your Digital Life, sviluppata da Aleksandr Kugan (ricercatore della Cambridge University). Le informazioni sono state quindi fornite a Cambridge Analytica che le ha sfruttate durante alcune campagne elettorali, tra cui quella presidenziale di Donald Trump del 2016.
Meta ha dovuto fronteggiare diverse denunce per la grave violazione della privacy. In Italia ha pagato un milione di euro, mentre la multa nel Regno Unito è stata di 500.000 sterline. La sanzione più pesante è stata inflitta negli Stati Uniti dalla FTC (5 miliardi di dollari), ai quali si aggiungono i 725 milioni di dollari di una class action.
L’Office of the Australian Information Commissioner aveva denunciato Meta nel 2020. L’appello dell’azienda californiana è stato respinto nel 2022 e ora è stata stabilita la somma di 50 milioni di dollari australiani che dovrà essere pagata a circa 311.000 utenti per la violazione del Privacy Act 1988.
In seguito all’accordo extragiudiziale, il garante della privacy ha ritirato il procedimento civile presso il tribunale federale. La cifra verrà suddivisa tra gli utenti che hanno avuto un account Facebook tra il 2 novembre 2013 e il 17 dicembre 2015, erano residenti in Australia per oltre 30 giorni durante quel periodo e hanno installato l’app o erano amici di utenti che hanno installato l’app.