L’industria del copyright ha ricordato alle platee di essere all’avanguardia della tecnologia per quanto attiene il contrasto della pirateria: il camcording resta una piaga da debellare, e i gestori dei cinema devono imparare a riconoscere tutti gli strumenti che potrebbero mediare gli abusi, dispositivi indossabili inclusi.
Le prime reazioni dell’industria del cinema all’affermarsi del mercato di dispositivi indossabili si erano manifestate al momento dell’apertura delle vendite di Google Glass al pubblico generalista: i vertici di certe catene di cinema statunitensi e britanniche si erano affrettati a prendere posizione, imponendo agli spettatori di rinunciare alla realtà aumentata in sala, e non sono mancati gli episodi di spettatori muniti di Google Glass con lenti graduate, interrogati fino a confessare di soffrire di problemi di vista.
La Motion Picture Association of America (MPAA), insieme alla National Association of Theatre Owners, ha ora emesso un comunicato con il quale segnala l’aggiornamento delle regole che governano la frequentazione dei cinema: si riconosce “il forte interesse da parte dei consumatori” nei confronti dei “dispositivi indossabili intelligenti”, ma si avverte che i wearable non sono i benvenuti in sala.
Nonostante la durata della batteria e la qualità video li rendano poco adatti alla registrazione dei film proiettati sullo schermo, i device indossabili saranno soggetti a una politica di “tolleranza zero”: “i dispositivi che consentono la registrazione, compresi quelli indossabili – si spiega nel comunicato – devono essere spenti e riposti nel momento delle proiezioni”. Coloro che si rifiutino di rinunciare ai propri gadget, avverte MPAA, potranno essere allontanati; i responsabili dei cinema sono ora incoraggiati a vigilare da una taglia, e coloro che vengano colti sul fatto, intenti alla registrazione del film che scorre sullo schermo, saranno consegnati alle autorità. ( G.B. )