Stavolta i poliziotti hanno voluto chiudere un occhio : d’altronde quando gli operatori del cinema di Glendale, Australia, li hanno chiamati per fermare un pirata che stava attentando alle sorti degli studios puntando una cam sul film proiettato, Avatar, non si aspettavano certo di trovarsi di fronte un vecchietto dall’aspetto innocuo.
Ottantotto anni, occhiali spessi, bastone da passeggio in una mano e pericolosa telecamera nell’altra: questa l’immagine dell’uomo che ha fatto riflettere le forze dell’ordine circa l’opportunità di un arresto o sull’adozione di un atteggiamento più elastico. Quando poi l’anziano ha spiegato di star registrando il film per farlo vedere alla moglie che non poteva andare fino al cinema, gli uomini in divisa hanno deciso di limitarsi a cancellare la registrazione finora avvenuta, risparmiandogli l’arresto e permettendo al signore di proseguire la sua visione. Resta da specificare se si trattasse della versione in 3D o meno.
Non altrettanto bene è andata ad un quarantaduenne del Missouri che nel 2008 è stato colto sul fatto dagli investigatori della MPAA a registrare al cinema l’ultimo Batman, “Il Cavaliere Oscuro”.
Quando l’uomo, infatti, in pieno luglio si è presentato in sala con un ampio impermeabile, ha subito attirato l’attenzione degli uomini dell’organizzazione dei produttori cinematografici che, una volta individuata la telecamera ivi nascosta, hanno chiamato la polizia che ha provveduto all’arresto: nello stesso dispositivo il camcorder aveva già registrato “Hell Boy 2” e il secondo capitolo delle Cronache di Narnia. Nella sua abitazione sono stati poi rinvenuti numerosi PC e oltre milleduecento DVD pirata.
Tutte prove schiaccianti che hanno costretto l’uomo a dichiararsi colpevole di infrazione di copyright. È stato condannato a 24 mesi di prigione e a pagare una multa di quasi 25mila dollari, pari a poco meno di 20 dollari per ogni film contraffatto rinvenuto nell’abitazione.
Claudio Tamburrino