C’è chi non è riuscito a trattenere i commenti più ironici , sottolineando come le grandi sorelle del disco siano state infine ripagate con la loro stessa moneta. Accusate di aver sfruttato illegalmente circa 300mila brani protetti da copyright , le major dovranno ora versare una cifra imponente ad un gruppo di artisti canadesi.
Warner Bros., Sony BMG, EMI Music e Universal Music Group dovranno pagare un totale di 45 milioni di dollari , dopo essersi accordate con i membri di una class action avviata nel lontano 2008. Gli alti rappresentanti della Canadian Recording Industry Association (CRIA) erano finiti nel mirino legale di una serie di artisti, stufi di attendere i loro soldi.
Al centro delle accuse , un meccanismo ben noto alle varie major del disco. Una forma di pagherò – in inglese pending list – con cui le grandi sorelle si ripromettono di versare agli artisti le royalty in seguito all’inserimento dei loro brani in compilation, “best of” e dischi dal vivo .
C’è un piccolo dettaglio : le major si dimenticano sistematicamente dei pagamenti , lasciando a bocca asciutta migliaia di artisti. La class action canadese aveva chiesto nel 2008 un risarcimento stellare pari a 6 miliardi di dollari (20mila dollari a canzone). L’accordo prevederà ora il versamento di 45 milioni di dollari. Per una volta non saranno mamme e cheerleader a dover scucire per violazione del diritto d’autore.
Mauro Vecchio