Proposta dai suoi sviluppatori alle forze di polizia di tutto il mondo “come Google, ma per le facce”, l’intelligenza artificiale di Clearview delegata al riconoscimento facciale incassa oggi il primo ban ufficiale da un paese: è il Canada, pronunciatosi sulla questione attraverso un comunicato dell’autorità in carica per la tutela della privacy.
Clearview: in Canada il ban del riconoscimento facciale
Stop dunque al contratto che lega la startup newyorkese alla Royal Canadian Mounted Police. È l’esito di un’indagine avviata nel mese di febbraio, dopo che si è iniziato a parlare della tecnologia e del metodo impiegato per l’istruzione dei suoi algoritmi, passato dallo scraping indiscriminato di miliardi di contenuti pubblicati dagli utenti su piattaforme come Google, YouTube, Facebook e Twitter. Una pratica che ha fin da subito attirato le critiche delle piattaforme interessate.
Anche la polizia di Toronto ha impiegato il software. Nonostante il ban, le indagini proseguono grazie alla collaborazione tra i governi delle province di Quebec, British Columbia e Alberta. L’obiettivo è quello di assicurarsi che Clearview elimini le informazioni già archiviate a proposito dei cittadini canadesi e non ne raccolga altre in futuro.
La discussione in merito a riconoscimento facciale e privacy tiene banco anche in Europa (dove è stata ipotizzata la creazione di un database unico continentale) e in Italia. Nel nostro paese rimane ad oggi ancora senza seguito l’interrogazione parlamentare sul tema presentata a fine gennaio dal deputato Filippo Sensi del Partito Democratico.