Nel corrente dibattito in merito alla net neutrality avviato dall’organizzazione di controllo canadese CRTC (Canadian Radio-television and Telecommunications Commission), BitTorrent Inc. ha deciso di far sentire la propria voce in sostegno di una Internet libera e disponibile per tutti, senza limitazioni o filtri invalidanti per qualsivoglia applicazione tecnologica presente e futura. BitTorrent in primis.
L’azienda fondata da Bram Cohen, creatore del più dirompente protocollo di trasmissione dei contenuti degli ultimi anni, interviene (sebbene non invitata in maniera esplicita) nella discussione sulla neutralità della rete canadese parlando senza mezzi termini di una battaglia per l’innovazione e la libertà di espressione, piuttosto che limitarsi a un discorso di mera opportunità tecnologica. Le audizioni già tenute dalla CRTC, conferma il vice-presidente di BitTorrent Simon Morris, “hanno chiaramente evidenziato l’esistenza di una certa gestione discriminatoria del traffico diretta contro il protocollo BitTorrent, un fatto che certamente non sorprende i nostri utenti presenti in Canada”.
Gli ISP della regione dei Grandi Laghi filtrano il file sharing adducendo come motivazione la necessità di garantire un’esperienza di rete uguale per tutti , ma Morris dice al contrario di sperare che “i regolatori agiscano nell’interesse dei cittadini, dell’innovazione e della libertà di parola, piuttosto che in favore dei limitati interessi dei monopoli” della connettività nordamericana.
L’azienda esalta le qualità salvifiche del network BitTorrent nel permettere a chiunque, alle grandi realtà aziendali così come agli individui e ai produttori indie , di raggiungere consumatori, utenti e fan senza la necessità di investire grosse somme di denaro in infrastrutture apposite. È da questo genere di realtà che potrebbe venire la prossima rivoluzione di Internet, dice la società di Cohen, ragion per cui una qualsivoglia pratica di gestione del traffico di rete non dovrebbe assolutamente prevedere alcuna discriminazione verso talune applicazioni e protocolli specifici.
Identica nel tono se non nella forma della testimonianza di BT Inc. è poi la legge Internet Freedom Preservation Act, presentata da alcuni membri della Camera dei Rappresentati statunitense con l’obiettivo di impedire ai provider USA di seguire le orme di Comcast e di interferire con il funzionamento di applicazioni di rete legittime. Anche in questo caso si parla della necessità di salvaguardare l’innovazione tecnologica e si affida alla commissione federale per le comunicazioni (FCC) il compito di indirizzare gli ISP che esprimessero la necessità di gestire in maniera selettiva il traffico dei propri clienti.
Alfonso Maruccia