L’Ufficio proprietà intellettuale dovrà rivedere la decisione che l’aveva portato a respingere la richiesta di brevetto di Amazon sulla tecnologia che permette di effettuare un acquisto online con un singolo click (e con dati già inseriti in precedenza nel sistema).
Il brevetto noto come 1-Click, già riconosciuto ad Amazon negli Stati Uniti dopo una lunghissima battaglia legale limitatamente al caso in cui sia applicato al sistema del carrello della spesa dello shopping online, rappresenta un titolo di privativa riconosciuto su un metodo di e-commerce che tira per questo in ballo la questione non solo della brevettabilità del software, ma anche quella del metodo commerciale.
La commissione d’appello dell’Ufficio brevettuale canadese aveva deciso di rigettare la richiesta lì avanzata da Amazon: “Dal momento che il brevetto di un metodo commerciale determinerebbe una radicale distorsione del tradizionale regime brevettuale – si spiegava – e dal momento che la brevettabilità di questi metodi è altamente discussa, occorre una chiara e inequivocabile legislazione in materia”.
Tuttavia Amazon aveva fatto appello e una Corte federale ha ora stabilito che il brevetto 1-Click dovrebbe essere concesso così come dovrebbe avvenire per i metodi commerciali in genere.
Insomma, la questione della brevettabilità di un metodo commerciale come potrebbe essere la vendita porta-a-porta o, nel caso specifico, l’acquisto one-click, è stata rimessa da una corte generica federale all’attenzione dell’organo specifico dell’Ufficio brevettuale canadese. Ed è, d’altronde, la stessa questione che è tornata al centro del dibattito sulla proprietà intellettuale statunitense con la giurisprudenza post-Bilski , il caso che ha limitato la portata del cosiddetto machine-or-transformation test alla base del giudizi di brevettabilità di un’idea astratta.
Claudio Tamburrino