Canada, no agli exit poll sui social media

Canada, no agli exit poll sui social media

In vista delle elezioni federali del 2 maggio è vietato pubblicare gli exit poll elettorali. L' obbligo varrà anche per i social network. Ad imporlo una legge del 1930, mai aggiornata
In vista delle elezioni federali del 2 maggio è vietato pubblicare gli exit poll elettorali. L' obbligo varrà anche per i social network. Ad imporlo una legge del 1930, mai aggiornata

Una norma di oltre ottanta anni fa, sezione 329 della legge elettorale canadese, impone al Canada il divieto di diffusione dei risultati elettorali prima della chiusura di tutti i seggi nel distretto preso in considerazione, in origine pensata per evitare di influenzare il comportamento degli elettori dalla costa ovest alla costa orientale a causa dei fusi orari. Tale legge, mai modificata neanche in considerazione dell’era di Internet, dovrà essere rispettata durante le elezioni anticipate in Canada che avranno luogo il prossimo due maggio.

Le autorità hanno pertanto ricordato ai media di non compromettere le regole volte ad influenzare gli elettori nella settimana elettorale. I giornali non potranno pertanto aggiornare i siti web con i risultati parziali delle elezioni e le varie emittenti dovranno scaglionare le loro segnalazioni e diffonderle solo quando i sondaggi saranno chiusi e i risultati saranno definitivi. La penale per chi non rispetterà le regole sarà fino a 25mila dollari e fino a cinque anni di carcere. Questa legge non era stata progettata, come è facile immaginare, per i social media quali Facebook e Twitter. Però, a seguito dell’avvicinarsi delle elezioni, molte fonti hanno dichiarato che tale norma debba essere rispettata in ogni caso. Anche per i siti di social network, qualora vi fossero denunce, verranno vagliate e monitorate da parte del commissario elettorale del Canada.

Le autorità hanno chiarito le regole e, esprimendo preoccupazione per i social media, hanno avvertito che mentre i risultati pubblicati attraverso messaggi privati su siti come Facebook possono essere ammissibili in quanto visibili soltanto all’amico destinatario del messaggio, i risultati pubblicati sulla bacheca di un utente potrebbero essere considerati come trasmissioni di pubblica utilità. Non sono stati specificati i siti in questione, ma molti di questi, tra i quali Twitter, hanno manifestato dissenso e indignazione.

Sono molti gli esperti che a tal proposito hanno protestato per tale divieto che, risalendo a tanto tempo addietro, risulterebbe essere del tutto inapplicabile in un’epoca in cui Internet è accessibile e partecipata quale strumento di informazione. Tanti sono coloro che pensano che tale norma applicata alle elezioni del due maggio potrebbe eventualmente reprimere le conversazioni di migliaia di persone su Twitter e Facebook.

Raffaella Gargiulo

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Pubblicato il
28 apr 2011
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