Canada, sì ai paletti al P2P

Canada, sì ai paletti al P2P

Gli ISP canadesi non avranno difficoltà a gestire il traffico dei clienti
Gli ISP canadesi non avranno difficoltà a gestire il traffico dei clienti

Intervenire sulla connessione degli utenti per limitare la banda che utilizzano per applicazioni sgradite, come spesso accade con il peer-to-peer, non è illegale, non è un reato e non va considerato altro se non una misura discrezionale del provider.

Lo hanno deciso le autorità di regolamentazione canadesi nell’ accogliere un ricorso di Bell Canada, che pratica abitualmente traffic shaping e modifica l’uso della banda grazie a sistemi di deep packet inspection, che le consentono di verificare di quale natura sia il “grosso” del traffico Internet dei propri utenti. Come noto, il P2P viene vissuto malissimo da alcuni grandi operatori di rete, secondo cui una porzione minoritaria di utenti facendone un uso smodato finisce per “consumare” le risorse disponibili.

Va detto che la decisione della Commissione TLC canadese non si esaurisce in questo, è anche una decisione che specifica come sia necessario un più ampio dibattito sull’intera questione della neutralità della rete, una specifica dovuta alla posizione di numerosi piccoli provider, secondo cui è anticoncorrenziale e pericolosa la scelta di Bell Canada, operatore che rivende all’ingrosso a quegli stessi ISP molti servizi sull’ultimo miglio.

Secondo Bell il fatto che le autorità locali abbiano per ora deciso di non intervenire è una buona notizia per tutti i canadesi “che potranno così beneficiare di reti gestite nel migliore dei modi”.

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Pubblicato il
21 nov 2008
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