La sua vita pare ormai rovinata, abbandonata dal marito, licenziata. Il tutto per colpa di un operatore di telefonia mobile . Una storia che ha fatto il giro dei media canadesi quella di Gabriella Nagy, comune cittadina di Toronto. La sua ira ha avuto un solo, preciso obiettivo: l’operatore locale Rogers Wireless .
Gabriella Nagy ha trascinato Rogers in tribunale, avviando così una certo curiosa causa legale che si risolverà tra le aule della Corte Superiore di Giustizia dell’Ontario. La donna ha chiesto al giudice una precisa sentenza, che condanni l’operatore canadese a scucire 600mila dollari (circa 470mila euro).
600mila dollari canadesi per aver indebitamente violato la sua privacy , oltre che alcune regole contrattuali stipulate anni prima. Perché nel 2007 Gabriella Nagy aveva sottoscritto un abbonamento a Rogers Wireless , che avrebbe provveduto a spedirle mensilmente a casa la fattura con tanto di elenco delle telefonate effettuate dal suo cellulare.
E la fattura sarebbe arrivata sì all’indirizzo della sua casa da sposata, ma anche all’attenzione del suo cognome da signorina. Dettaglio fondamentale, visto che dal telefonino di Gabriella Nagy partivano regolarmente telefonate chilometriche ad un novello amante .
Ma pochi giorni dopo la sua sottoscrizione , il marito – già titolare di un account relativo alla TV via cavo – decideva di abbonarsi, sempre con Rogers Wireless , anche ai servizi Internet e telefono fisso. Probabilmente troppe fatture diverse per l’operatore canadese che decideva arbitrariamente di accorparle tutte per inviare così un unico documento all’indirizzo dei due sposini.
Almeno così ha spiegato l’accusa , che ha parlato di decisioni prese senza alcun preavviso o esplicito consenso da parte della donna . E infatti il marito di Gabriella Nagy si accorgeva di un particolare numero sconosciuto a cui arrivavano tutte le chiamate. Si accorgeva dell’amante, che confessava tutto al telefono. Mentre Gabriella Nagy – che successivamente perderà il lavoro per una condotta poco attenta in ufficio – si accorgeva della fatale semplificazione del suo operatore wireless.
Mauro Vecchio