I documenti sono stati depositati presso la Security Exchange Commission statunitense, dopo le indiscrezioni che aleggiano già da tempo : King Digital Entertainment, il publisher irlandese che ha raggiunto il successo con Candy Crush Saga, è pronto per mettersi in gioco in Borsa.
I numeri dello sviluppatore di casual game sono rilevanti: i profitti incassati lo scorso anno sono stati pari a 568 milioni di dollari su un fatturato di 1,88 miliardi di dollari, in netta crescita rispetto agli anni precedenti. Lo spartiacque del successo di King è rappresentato dal lancio di Candy Crush Saga, avvenuto nel 2012, prima per gli utenti di Facebook, poi per i gamer che si intrattengono con dispositivi Android e iOS. È così che le perdite accumulate nel 2011 sono state spazzate via come i dolcetti protagonisti del gioco: Candy Crush Saga, ai vertici delle classifiche di tutti i marketplace mobile grazie ad una rodata dinamica di gioco, conta su 93 milioni di gamer ogni giorno e vale il 78 per cento del fatturato di King.
Il publisher irlandese può contare su una piccola percentuale di gamer paganti: solo il 4 per cento di loro nel dicembre 2013 ha speso per acquistare contenuti aggiuntivi. King ammette dunque che il futuro è irto sia di opportunità che di pericoli, come dimostra la storia di Rovio, che su Angry Birds è riuscita a costruire un impero appoggiandosi anche a strategie che esulano dal mondo videoludico, e come dimostra la parabola di Zynga, che secondo gli analisti dopo la crisi sarebbe pronta a risollevarsi . Contare su pochi titoli che generano la gran parte del fatturato è un rischio e il semplice sviluppo di nuovi giochi potrebbe servire solo a raccogliere l’interesse di coloro che hanno spremuto fino alla noia i titoli precedenti: una tendenza che già sembra trasparire dai dati del 2013, il cui ultimo trimestre ha evidenziato un calo del fatturato .
Ma King, pronta per approdare allo New York Stock Exchange, confida nelle proprie strategie: per convincere gli investitori prevede non solo di moltiplicare il numero di giochi e di diversificare la propria offerta, ma anche di puntare su altre piattaforme e nuovi mercati.
Gaia Bottà