Hamburger, insalata, pizza, bibita e cannabis: li puoi ordinare su Uber Eats. La piattaforma ha annunciato una collaborazione con Tokyo Smoke, realtà specializzata nella commercializzazione di derivati dalla canapa. Al momento l’iniziativa interessa solo la provincia canadese dell’Ontario, ma merita comunque di essere segnalata considerando l’importanza del nome coinvolto.
Uber Eats nel mercato della cannabis legale
Non è da escludere che la proposta possa raggiungere altri territori in futuro, laddove consentito dalle normative. Si concretizza dunque quanto anticipato nella scorsa primavera dal CEO Dara Khosrowshahi, intenzionato a spingere su questo fronte in considerazione delle opportunità che offre, con il duplice obiettivo di diversificare sempre più il business del gruppo e di contribuire a contrastare la circolazione di sostanze illegali provenienti dal narcotraffico.
A differenza del cibo da asporto, i prodotti della categoria non vengono consegnati a domicilio, ma devono necessariamente essere ritirati in negozio (a partire da un’ora dopo l’invio dell’ordine) mostrando un documento d’identità che certifichi l’età dell’acquirente. Queste le parole di Lola Kassim, General Manager di Uber Eats Canada.
Stiamo collaborando con Tokyo Smoke, leader del settore, per offrire un’opzione sicura e conveniente agli abitanti dell’Ontario che desiderano acquistare cannabis legale. Unendo la gestione dell’ordine semplificata attraverso l’applicazione Uber Eats al servizio di ritiro di Tokyo Smoke, diamo vita a una nuova esperienza end-to-end per l’acquisto responsabile di cannabis nell’area.
La fondazione di Tokyo Smoke risale al 2015, ad opera di Lorne e Alan Gertner, padre e figlio. Quest’ultimo in passato è stato al servizio di Google. Il primo punto vendita fisico è stato inaugurato nello stesso anno a Toronto, all’interno del quartiere West Queen West.
Stando alla previsione di BDS Analytics, il giro d’affari legato alla vendita di cannabis legale in Canada raggiungerà i 4 miliardi di dollari nel 2021 per poi crescere fino a 6,7 miliardi di dollari entro il 2026.