Ogni anno il cosiddetto abbonamento radiotelevisivo italiano fa discutere tutti e preoccupare molti. In una stagione dove le spese aumentano sempre di più e la vita continua a diventare sempre più cara, certe brutte notizie dovrebbero essere bandite. Eppure, ancora una volta, ci troviamo di fronte a un’incertezza. Il Canone Rai rimarrà a 70€ o tornerà a 90€ nel 2025?
A pochi mesi dall’anno nuovo siamo ancora in attesa di questa risposta. Infatti, nonostante la conferma del Ministro dell’Economica Giorgetti, nel testo del disegno di legge, già presentato alle Camere, non è presente alcuna menzione a una proposta di taglio del Canone Rai per il 2025. Non si parla proprio di questa impropriamente definita tassa che la maggior parte degli italiani odia.
Esiste però una linea sottile che si chiama speranza. Sono in molti ad augurarsi che il tanto atteso taglio venga riconfermato in corsa, durante il percorso parlamentare della legge di bilancio. Altrimenti non si spiega perché Giorgetti avrebbe fatto la promessa in conferenza stampa il 16 ottobre 2024: “È confermata la cosa che abbiamo fatto l’anno scorso“.
Canone Rai 2025: il Codacons rivela uno scenario impegnativo
Il Codacons, associazione in difesa dei consumatori, ha denunciato uno scenario impegnativo qualora la promessa di Giorgetti non venisse mantenuta. “Il mancato taglio del Canone Rai – spiega l’associazione – costerà alle famiglie italiane tra i 420 e i 430 milioni di euro nel 2025“. Questo sarebbe l’esito per l’anno prossimo nel caso in cui la riduzione del canone da 90€ a 70€ non venisse inserita nella legge di bilancio.
“Brutte notizie per i consumatori italiani che – continua il Codacons – dopo due anni di caro-bollette rischiano di ritrovarsi dal prossimo anno un aumento di spesa nelle fatture elettriche a causa della mancata proroga alla riduzione del Canone Rai nel 2025“.
Parole dure che però rivelano la pura realtà. Infatti, prima che fosse ridotto, il Canone Rai generava un introito pari a 1,9 miliardi di euro all’anno. Quindi è matematico che la differenza peserà sulle famiglie italiane che si troveranno a dover sostenere una spesa maggiore annua, fino a circa 430 milioni di euro.