Riceviamo e pubblichiamo una nota diramata ieri alla stampa dal presidente di ADUC , Vincenzo Donvito, con cui si torna sulla questione del canone RAI. Come noto, l’Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori da tempo ne propone l’abolizione con il supporto di una petizione dedicata
Firenze – Dopo la “lectio magistralis” su concorrenza e mercato che Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust, ha tenuto alle commissioni Cultura e Trasporti della Camera sul disegno di legge del ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, difendendo la propria contrarietà ad un tetto percentuale per gli introiti da spot per ciascuna azienda, cosa succederà?
Una domanda che ci poniamo come utenti di un servizio radiotelevisivo – pubblico e privato – che continua ad essere erogato in palese abuso di posizione dominante di mercato da parte della RAI, affiancata (perché le è stato concesso e non c’è altro modo di fare tv non marginale in Italia) da Mediaset. Cioè con la speranza che si apra un mercato oggi sigillato e sia praticabile in libertà il diritto all’informazione.
Non ci facciamo illusioni: il nodo centrale del problema è l’esistenza del canone/tassa che paghiamo alla RAI per il mero possesso di un apparecchio tv, ed è un nodo che le forze politiche (con marginali eccezioni) non hanno mai mostrato interesse a cancellare; tutti ci “inzuppano il proprio biscotto” e, come per il finanziamento pubblico ai partiti, pur di garantirselo sono disposti a stabilire alleanze incredibili dal punto di vista della logica degli schieramenti politici.
Qualcuno vorrebbe inglobare l’ammontare economico del canone/tassa nel tetto RAI di calcolo degli introiti da spot oltre i quali le singole aziende non potrebbero andare (il 45% del ddl Gentiloni), ma, oltre alla bizzarra
valutazione economica di una tassa e il fatto che la RAI non lo farà mai perchè perderebbe una montagna di denaro, comunque resterebbe sempre il problema del duopolio e dell’assenza di mercato.
Catricalà dice che la valutazione sul troppo ingombro nel mercato di un’azienda, la sua Autorità sarebbe meglio la facesse caso per caso… e ci domandiamo cosa ha fatto fino ad oggi di fronte al duopolio che abbiamo da diverse decine d’anni… niente, visto il punto in cui siamo e la bizzarria delle proposte e delle reazioni politiche ed industriali che vengono presentate come il “nuovo”.
Abbiamo l’impressione che tutti girino intorno al problema, facendo finta che non esista e comunque garantendosi il buon posto alla tavola imbandita, anche Catricalà.
Vogliamo cambiare la situazione e aprire al mercato (posti lavoro nuovi e dinamici, più soldi in circolazione, più scelta e più qualità per gli utenti)? Per quanto ci riguarda il punto di partenza è l’abolizione del canone/tassa. Il resto è la solita zuppa.
Vincenzo Donvito
Presidente ADUC”