In attesa del regolamento attuativo continuano ad accavallarsi le voci circa i possibili dettagli sul nuovo Canone Rai delineato nella Legge di stabilità, con le modalità di riscossione ed i dispositivi per cui è richiesto il pagamento che rappresentano gli argomenti più controversi.
Su entrambe le questioni si alternano opinioni ed indiscrezioni apparentemente contrastanti e per il momento l’unica cosa certa è la cifra totale del tributo: da 113,50 a 100 Euro, anche se anche su questo punto non mancano le critiche, in particolare perché alcuni studi sembrano mostrare come la cifra sarebbe dovuta scendere fino a 80 euro .
Questi soldi, inoltre, sembra certo che passeranno dalla Cassa Conguaglio del Sistema elettrico per compiere il loro passaggio dalle società di fornitura elettriche all’Agenzia delle Entrate: un lunghissimo percorso prima di arrivare alla Rai.
Sembra inoltre, da fonti parlamentari raccolte da Repubblica , che il nuovo canone non si pagherà da febbraio 2016, ma direttamente dal prossimo giugno con tre ipotesi: mentre la prima ipotesi circolata era la divisione sulle bollette di sei rate da 16 Euro, questo impianto sembra essere stato superato a favore di tre alternative, o quella più semplice ma più impopolare di superbolletta elettrica con l’aggiunta di 100 Euro (per cui le società elettriche temono un ulteriore rischio di morosità), o una doppia tranche da 50 euro oppure tre rate da 33,33 euro da versare a giugno, agosto ed ottobre.
Per quanto riguarda poi le situazioni di cittadini con più case, sembra che basterà un’autocertificazione, in base al Dpr 445/2000, per superare la “presunzione” di pagamento e la medesima procedura dovrebbe essere sufficiente anche per chi non vuole pagare più il canone in quanto non più in possesso del televisore. Non particolarmente complicato dovrebbe infine essere dirimere i casi di doppio canone (a causa di diversa intestazione – per esempio – delle bollette elettriche in diverse abitazioni all’interno della stesa famiglia) e per gli studenti fuori sede che non cambiano residenza: sono previste le possibilità di incrociare i dati relativi ai nuclei familiari con l’anagrafe.
Per il resto i ragionamenti sul nuovo Canone rimangono nel campo delle opinioni e delle indiscrezioni: di particolare importanza è la voce del sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli raccolta da Radio 24, che sembrerebbe togliere dal campo delle possibilità il pagamento del canone per il possesso di tablet, smartphone o pc .
“È il possesso di un televisore il requisito per il pagamento del canone, non degli altri device”, ha spiegato Giacomelli, affermando che “rimane l’impianto della normativa in vigore” e “nella norma abbiamo solo aggiunto una presunzione del possesso del televisore che è il contratto di fornitura elettrica”.
Tuttavia i dubbi restano: innanzitutto perché la traslazione dei requisiti per il pagamento del canone da possesso del televisore a, genericamente, “gli apparecchi atti a ricevere trasmissioni televisive” è antecedente all’ultimo intervento sulla tassa, come dimostra, per esempio, il recapito di lettere di richiesta del canone RAI ad artigiani, commercianti e intestatari di partite IVA con computer sul posto di lavoro.
Inoltre, per quanto Giacomelli sia il Sottosegretario alle comunicazioni, il suo resta un intervento al momento non supportato da alcun provvedimento e quindi si perde nel mare di opinioni e dubbi sollevati nei giorni scorsi in attesa della divulgazione di un regolamento finale.
Alla confusione si erano, per esempio, aggiunte nei giorni scorsi indiscrezioni che legavano il pagamento del canone al possesso di un televisore o di una connessione Internet , ma solo di connessioni fisse e non mobile, apparentemente smentite da fonti interne al ministero dello Sviluppo.
A tale proposito, è interessante osservare come Auditel , a seguito del cosiddetto Auditelgate stia rivedendo le modalità di raccolta dei suoi dati, pensando di inserire tra le rilevazioni dell’audience televisivo le utenze streaming, a conferma che siano misurabili ed individuabili. Si tratterebbe di platee evidentemente rilevanti , e non può che emergere un attrito con l’esclusione del canone per queste modalità di fruizione.
In merito all’ evasione , poi, la cui sanzione prevista dalla Legge di Stabilità 2015 va da due a sei volte il prezzo del canone, Giacomelli ha spiegato che era stata valutata anche l’ipotesi “di togliere questa forbice e stabilire una sanzione pari a 5 volte la somma dovuta”, ma per il momento tale ipotesi è stata scartata ed in ogni caso, continua il sottosegretario, per chi non ha pagato negli anni precedenti “purtroppo non succede niente, non perché sia un condono, ma perché l’utente avrebbe buon gioco a dire che ha acquistato solo ora il televisore”.