Una provocatoria schiarita sul confuso fronte del pagamento del Canone RAI arriva dall’Associazione dei consumatori e degli Utenti. In una nota, ADUC si chiede se le Poste Italiane evadano ogni anno una cifra compresa tra gli 8 e i 13 milioni di euro .
ADUC afferma che questo emerge da una ulteriore indagine sul Canone RAI, che ha fatto seguito a quelle, clamorose , dei mesi scorsi.
In base a migliaia di segnalazioni dei cittadini, spiega ADUC, “è emerso che la RAI sta chiedendo il pagamento del canone ai privati cittadini per il semplice possesso di un computer , anche se sprovvisti del televisore”. “Più recentemente, sempre da una nostra indagine, è emerso che anche gli esercizi commerciali (dai negozi alle banche, dagli studi professionali alle amministrazioni pubbliche) devono pagare il canone se in possesso di un computer”.
Da qui i calcoli sono facili.
I dati pubblicati da Poste Italiane sul proprio sito indicano che l’azienda gestisce 14mila uffici nella Penisola e più di 200 centri di smistamento. In ognuno di questi uffici è lecito supporre che si trovi almeno un computer, soggetto al pagamento del Canone RAI.
Anzi, spiega ADUC, è soggetto al pagamento del canone speciale , che ha validità limitata all’indirizzo per cui è stipulato, “e pertanto – evidenzia – le Poste italiane devono circa 14mila canoni di abbonamento RAI”, il che porta il conto a oltre 13 milioni di euro . Il canone speciale, infatti, arriva a oltre 929 euro.
Dal bilancio 2006 delle Poste, qui in PDF, “alla voce che dovrebbe riportare anche tale imposta (“Altre imposte e tasse / Altre”, p. 242) – spiega ADUC – è riportato un esborso di 5.426.000 euro per il 2006. È del tutto evidente che l’evasione del Canone Rai da parte delle Poste italiane varia da un minimo di 7.592.880 euro – ammesso che la voce “altre imposte” riguardi solamente il canone Rai – ed un massimo di 13.018.880 euro per l’anno 2006″.