L’idea di slegare il pagamento del Canone Rai da quello della bolletta elettrica è sul tavolo ormai da tempo. Lo chiede l’Unione Europea, che l’ha definito un “onere improprio”. E l’Italia ha intenzione di rispettare la direttiva giunta da Bruxelles. La separazione avverrà quasi certamente nel 2023, ma sulla questione ancora non è stato messo il punto.
Via il Canone Rai dalla bolletta della luce: quando?
Si è tornato a parlarne questa settimana, grazie all’ordine del giorno presentato alla Camera da Maria Laura Paxia del Gruppo Misto (il suo intervento nel tweet di seguito). L’aula l’ha accolto, senza passare dal voto, ma perché sia reso ufficiale ancora manca il via libera formale da parte del Governo.
Grazie ad un mio ordine del giorno ad Decreto Bollette dal 2023 il #canonerai non si pagherà più nella bolletta elettrica. #rai pic.twitter.com/WnqFz2TYmq
— Maria Laura Paxia (@LauraPaxia) April 14, 2022
L’inclusione del Canone nella bolletta della fornitura elettrica è stato deciso ormai sei anni fa, anche e soprattutto per diminuire il numero di coloro che, pur essendo tenuti a versarlo, lo hanno in un modo o nell’altro sempre evitato. Il tasso di evasione è sceso in modo significativo tra il 2015 e il 2016, portando il numero dei paganti da 15 milioni a 21 milioni.
Una spesa da 90 euro all’anno, divisa in dieci rate da 9 euro ciascuna, corrispondenti alle mensilità da gennaio a ottobre. Come ricorda Il Sole 24 Ore, citando i vertici di Viale Mazzini, non è l’intera cifra a entrare nelle casse Rai, ma 75,40 euro. La parte rimanente è destinata al Fondo per l’Editoria e a quello per le Emittenti Locali.
A fine 2021 si è discusso della possibilità di introdurlo anche per smartphone, tablet e PC, in considerazione del fatto che oggigiorno i contenuti possono essere fruiti anche attraverso queste tipologie di dispositivi. Una proposta che, neanche a dirlo, ha immediatamente sollevato un polverone mediatico.
Se da una parte c’è chi ne chiede la totale eliminazione, dall’altra i vertici Rai la definiscono una risorsa incongrua rispetto agli impegni nella gestione del servizio pubblico radiotelevisivo
. In più occasioni, l’amministratore delegato Carlo Fuortes ha sottolineato come l’onere sia di gran lunga inferiore rispetto a quello di altri paesi a noi vicini. Quanto? In Svizzera i cittadini versano 312 euro, in Austria 300 euro, in Germania 220 euro, in Croazia 127 euro.