L’Agenzia delle Entrate ha reso note le modalità e le tempistiche per la dichiarazione con cui comunicare le motivazioni per le quali non è soggetti al pagamento del canone rispetto ad un determinata utenza elettrica .
A stabilire la modalità ed i termini di presentazione con cui dichiarare di non avere un apparecchio televisivo, oppure di rientrare nelle altre fattispecie non soggette al pagamento del canone RAI, è un provvedimento del 24 marzo 2016 che in particolare prescrive che tale dichiarazione dovrà essere presentata per via telematica mediante una specifica applicazione web disponibile sul sito internet dell’Agenzia delle entrate, utilizzando le credenziali Fisconline o Entratel rilasciate dall’Agenzia delle Entrate, o a mezzo “plico raccomandato senza busta” allegando una copia d un valido documento di riconoscimento all’indirizzo: Agenzia delle entrate, Ufficio di Torino 1, S.A.T. – Sportello abbonamenti TV – Casella Postale 22 – 10121 Torino . Il tutto potrà essere effettuato tramite “intermediari abilitati” appositamente delegati dal contribuente.
Tale dichiarazione avrà effetto per l’intero anno 2016 se presentata entro il 30 aprile 2016 .
Nel dettaglio, si tratta di un’ autocertificazione , una dichiarazione sostitutiva attraverso cui l’utente potrà segnalare la non detenzione di un apparecchio televisivo da parte di nessuno dei componenti della sua famiglia anagrafica in nessuna delle abitazioni per le quali il dichiarante è titolare di utenza di fornitura di energia elettrica, oppure di non avere un apparecchio ulteriore rispetto a quello per cui abbia presentato entro il 31 dicembre 2015 denuncia di cessazione dell’abbonamento radio-televisivo “per suggellamento”.
Tramite la medesima dichiarazione un utente potrà inoltre segnalare che non è tenuto al pagamento di un canone di abbonamento “in alcuna delle utenze elettriche intestate al dichiarante in quanto il canone è dovuto in relazione all’utenza elettrica intestata ad altro componente della stessa famiglia anagrafica, di cui il dichiarante comunica il codice fiscale”.
ADUC, a nome dei consumatori, non risparmia le lamentele per quello che definisce “un percorso ad ostacoli pieno di tranelli, un cubo di Rubik da risolvere per capire come non pagare una imposta che non si è tenuti a pagare”. L’associazione si è mossa tempestivamente con un esposto alla Procura della Repubblica competente per segnalare che il provvedimento, attribuendo agli utenti il compito di fornire le indicazioni sulla composizione del nucleo anagrafico, potrebbe configurarsi come illegittimo.
Claudio Tamburrino