Di certo c’è solo l’avvento di un nuovo sito di riferimento : i contorni del canone con cui i cittadini sono chiamati a sostenere la radiotelevisione pubblica in momenti di magra pubblicitaria restano avvolti nel mistero. A intorbidire le acque e a depistare i cittadini sono le nuove direttive che la Rai ha emesso sul nuovo sito dedicato al canone.
Canoni per radio e televisori e canoni per videocitofoni , canone per gli “apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizioni”: inchieste e scioperi della fame , implorazioni e interpelli non sono bastati per sgombrare il campo dai dubbi che attanagliano cittadini disamorati dei media broadcast e restii sostenere la Rai con un balzello che non ritengono di dover corrispondere.
A confondere un quadro già oltremodo confuso, il nuovo sito dedicato a dispensare agli italiani ogni spiegazione riguardo al canone. La Rai offre risposte diverse a diverse categorie di italiani : sulla base di un unico quadro normativo esenta i soggetti aziendali dal pagamento di un canone per gli apparecchi che non si possano classificare come “radiofonici o televisivi” e conferma alle famiglie che spetta loro pagare qualora detengano “apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive”.
“La Rai ha pensato bene di cominciare ad esigere la tassa anche per il PC, ma solo dalle famiglie – denuncia ADUC , da tempo immemore a favore dell’ abolizione del canone – Alle imprese invece applica una interpretazione più riduttiva della medesima legge”. Le imprese che sono chiamate al versamento del canone, insinua il dubbio ADUC, avrebbero meritato di godere di una interpretazione meno ampia della legge in virtù della posizione privilegiata di cui godono nei confronti della radiotelevisione pubblica: stringono in pugno l’arma degli investimenti pubblicitari a cui la Rai non saprebbe rinunciare.
“L’interpretazione della legge offerta alle imprese esclude chiaramente il PC”, fra gli apparecchi atti o adattabili non si dovrebbero annoverare i più vari dispositivi. ADUC invita il cittadino a non lasciarsi sopraffare dall’ alone di opacità che avvolge il canone: esistono procedure burocratiche per sfuggire alla corresponsione del balzello che qualcuno racconta con orgoglio di aver sfidato e dominato, coloro che hanno rinunciato a radio e tv hanno diritto a temporeggiare in attesa dei chiarimenti da parte del ministero. Di certo, per ora, c’è solo che la Rai invoca l’aumento .
Gaia Bottà