Secondo quanto imposto dalle linee guida dell’Unione Europea, nelle fatture relative all’energia elettrica non dovrebbero comparire voci estranee. I cosiddetti “oneri impropri” risulterebbero fuorvianti per un mercato libero e una concorrenza trasparente tra i fornitori. Proprio per questo il Canone Rai dal 2023 sarà protagonista di alcune novità.
La causa che scatenerà tutte le modifiche del caso è che non potrà più essere riscosso tramite bolletta della luce. Questa pratica fu introdotta dall’ex Governo Renzi nell’ormai lontano 2016. Una scelta che, per quanto discussa e odiata sia, ha trasformato questa tassa dall’essere la più evasa al diventare la più riscossa.
Ora però il Governo che verrà, sì perché l’attuale è in crisi, dovrà stabilire diverse cose in merito al “nuovo” Canone Rai. Prima fra tutte la nuova modalità di riscossione. Ed è da qui che per diversi mesi si sono scatenate le più fantasiose ipotesi.
Addirittura alcune testate giornalistiche, negli ultimi giorni, sono riuscite a dire che le Regioni e le Province a Statuto Speciale non faranno più pagare l’abbonamento radiotelevisivo italiano. Niente di più falso. Tuttavia alcune cose devono essere assolutamente precisate.
Canone Rai Regionale: il costo potrebbe deciderlo la singola Regione
Non ci sono dubbi sul fatto che per il Canone Rai si dovrà trovare una soluzione efficace per riscuoterlo senza tornare ai livelli di evasione pre 2016. Il resto, ovvero come dovremo pagarlo in futuro e chi gestirà la riscossione, è ancora tutto in divenire.
In pratica, siamo nel campo delle ipotesi che, in questi ultimi mesi, hanno dato libertà di parola a molti. Anche il Corecom delle Regioni Veneto e Lombardia ha detto la sua ipotizzando un Canone Rai Regionale, ovvero gestito dalle Regioni:
La regionalizzazione dei servizi di telecomunicazione e radiotelevisivi è possibile. Esistono non solo le basi giuridiche, ma ci sono i presupposti tecnici e tecnologici […]. Le Regioni possono attivare stante la normativa vigente contratti di servizio con la Rai. I presupposti giuridici, comunque, ci sono e ciò che serve è la volontà di affrontare, anche attraverso la stesura di leggi regionali ad hoc, l’argomento.
Il pericolo però è che esistono anche basi giuridiche tali da permettere agli enti locali di decidere individualmente l’importo del Canone Rai. Ad esempio, questo può avvenire sulla base dei servizi offerti o sulla modalità di ogni Regione di decidere il valore di una singola tassa. Tutto ciò porterebbe alcuni cittadini a pagare più di altri secondo la Regione di appartenenza.