Il ministero dello Sviluppo economico sta lavorando , insieme all’Autorità per l’energia elettrica e il gas e le associazioni di rappresentanza delle aziende fornitrici di energia elettrica, al decreto attuativo delle nuove regole sul canone Rai, che sarà addebitato nelle bollette a partire da luglio (legge 208/2015, articolo 1, commi 153 e seguenti).
È stata la Legge di Stabilità a confermare l’inserimento del balzello nelle bollette dell’energia elettrica, suddiviso in 10 rate da 10 euro a partire da luglio distribuite a seconda della periodicità della bolletta: il pagamento avverrà con addebito sulle fatture emesse dalle aziende di distribuzione di energia elettrica, sia che siano utenti del mercato di maggior tutela (Enel Servizio Elettrico) che per quelli che hanno optato, invece, per il mercato libero (per esempio Enel Energia, Sorgenia o Acea).
Sono tuttavia diverse le questioni in sospeso: anche se sembra essere stata rimossa l’ambiguità del legame della tassa con ogni schermo su cui potenzialmente vedere le trasmissioni Rai, oltre ai rischi di confusione dato dall’assimilazione tra fornitura elettrica e il possesso televisore e dalle difficoltà nel distinguere in bolletta il costo effettivo della fornitura elettrica se sommato a quello dell’imposta, restano dubbi sulle modalità che saranno garantire al consumatore per chiedere il non pagamento del canone.
Il decreto attuativo era in realtà atteso per queste ore: a dare al Governo 45 giorni di tempo a partire dallo scorso primo gennaio era stata la stessa legge di Stabilità, ma a quanto pare i dubbi lasciati da sciogliere sono diversi.
Quel che è chiaro , per il momento, è che sarà la residenza in un immobile il criterio guida per stabilire chi dovrà vedersi addebitato il canone Rai nella bolletta elettrica e questo avverrà solo per le utenze residenziali, ovvero sulle “Prime case”.
Per chi attiverà una fornitura di energia a novembre o dicembre, inoltre, il pagamento del canone partirà da gennaio, mentre è da chiarire la modalità di fatturazione per chi cambia fornitore nel corso dell’anno e cosa accadrà in caso di morosità sul canone (ovvero se si applicheranno o meno degli interessi) e quando scatteranno le sanzioni alle imprese elettriche in caso di violazione degli obblighi di comunicazione e versamento dei canoni.
La prima sfida alla quale far fronte, dunque, per evitare duplicazioni nell’addebito del canone, sarà proprio lo scambio di informazioni tra imprese elettriche, Comuni e agenzia delle Entrate, per avere gli elenchi corretti di coloro che devono ricevere l’addebito del canone in bolletta e di coloro che invece non dovranno averlo, perché esenti (anziani over 75 con un reddito proprio e del coniuge entro 6.713,98 euro all’anno) o perché titolari di un’utenza elettrica per la seconda casa, o perché non hanno la TV nel 2016 e lo hanno comunicato alle Entrate.
Per tutte queste ragioni il presidente di Assoelettrica Chicco Testa ha parlato di “rischio che si arrivi impreparati alla scadenza del prossimo luglio” perché “le imprese del settore ancora non sanno come dovranno esigere il canone Rai”.
D’altra parte, spetterà alle aziende della fornitura elettrica predisporre dei necessari sistemi informatici per emettere le nuove fatture e sempre loro dovranno riuscire a coordinarsi con le amministrazioni locali per incrociare le diverse banche dati, processo che – come spiega Testa – ha già generato una serie di problemi ancora da risolvere ed elencati in un documento inviato al Ministero per lo Sviluppo economico e predisposto da Assoelettrica insieme a Utilitalia.
Così, pessimismo è espresso da Codacons, il cui presidente Carlo Rienzi dichiara di essere convinto che “a luglio si scatenerà un vero e proprio caos, con gli utenti e le aziende elettriche impreparate ad affrontare la novità”.
Claudio Tamburrino