Roma – Per il canone previsto da Telecom Italia sulle linee telefoniche si profila imminente un aumento che potrebbe concretizzarsi già dal prossimo mese di febbraio. L’ufficializzazione dell’incremento del canone è giunta dall’amministratore delegato Franco Bernabé ma ha immediatamente suscitato l’opposizione dei consumatori, che ritengono immotivato e lesivo un provvedimento del genere.
L’annuncio è avvenuto durante un incontro tra Bernabé e le associazioni di consumatori: nei giorni scorsi Telecom Italia ha inviato all’ Authority TLC la segnalazione della propria intenzione di aumentare il canone residenziale di telefonia fissa a partire da febbraio 2009. L’Autorità presieduta da Corrado Calabrò deciderà entro un mese se convalidare la proposta . Il manager Telecom ha spiegato che l’intenzione è di apportare un aumento che, per l’utente finale, sarà di 1,26 euro mensili più IVA , mentre per gli operatori alternativi – in wholesale, sarà di 1,70 euro. Pertanto, i consumatori arriveranno a pagare 13,66 euro al mese (contro i 12,14 euro attuali), mentre gli operatori si vedranno addebitare 9,39 euro in luogo di 7,64 euro. Fra le motivazioni alla base dell’aumento, la necessità di reperire risorse per consentire all’azienda di investire nella rete e offrire, a detta della compagnia dominante di TLC, una più elevata qualità del servizio.
Secondo quanto riferisce il Corriere delle Comunicazioni Telecom Italia ritoccherà per primo il canone agli operatori, ma l’aumento di quello per i clienti finali – che è lo stesso dal luglio 2002 – dovrebbe seguire a ruota, poiché l’Authority aveva dichiarato di non accettare un aumento del canone agli operatori se a questo non fosse accompagnato un aumento anche su quello destinato ai clienti trattati direttamente dall’incumbent, e questo proprio per tutelare i concorrenti.
“Non siamo mai contenti quando in un periodo di crisi come questo si aumentano le tariffe di TLC” ha commentato Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori . Sulla stessa linea Marco Pierani, responsabile relazioni esterne istituzionali di Altroconsumo , che invita l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni “a riflettere sul fatto che in questo momento di crisi ogni aumento di tariffe regolamentate è senz’altro da rigettare perché darebbe un segnale inflattivo, tra l’altro l’aumento del canone non è legato ad alcun miglioramento del servizio né della rete, servirebbe solo a ripianare una piccola parte dell’enorme debito di Telecom Italia”.
E contro l’aumento del canone, per un taglio netto delle tariffe di terminazione mobile e in favore di una separazione societaria della rete, Altroconsumo ha lanciato una petizione online che ad oggi ha superato le 2mila adesioni.
Dario Bonacina