Descritto pomposamente da Canonical come la “reinvenzione dell’esperienza del personal computing mobile”, il primo tablet Ubuntu è finalmente (quasi) pronto al debutto sul mercato. Sarà una tavoletta ARM, naturalmente, quindi con zero virgola zero possibilità di farci girare il software reale per computer x86, ma secondo la società britannica manterrà la promessa della fantomatica convergenza tra la produttività su PC e quella in mobilità.
Il tablet Ubuntu (Aquaris M10 Ubuntu Edition) sarà prodotto dall’OEM spagnolo BQ, già in affari con Canonical sul fronte dei cellulari, e includerà l’hardware già alla base della versione liscia del dispositivo, inclusivo display Full HD da 10,1″, SoC MT8163A con CPU quad-core a 1,5 GHz, 2 GB di RAM, 16 GB di storage interno (11 dei quali disponibili), slot MicroSD (fino a 64 GB), connettività Bluetooth/Wi-Fi, radio FM, camera da 8 megapixel, porta micro HDMI e batteria da 7.280mAh.
Nulla di particolarmente esaltante, insomma, tranne per il fatto di essere appunto la prima tavoletta a utilizzare Ubuntu Linux e di poter passare dalla modalità tablet a quella “desktop” con il collegamento di mouse e tastiera. La “convergenza” di cui parla Canonical è tutta qui, perché gli utenti saranno costretti a usare le app pensate per funzionare sull’interfaccia dell’OS.
Il software tradizionale non è parte integrante della “convergenza” di Canonical, sebbene l’azienda prometta un’esperienza di utilizzo “trasparente” con le app in grado di adattarsi al sistema di input (touch, oppure mouse+tastiera) a seconda degli accessori connessi.
Canonical chiama a raccolta gli sviluppatori affinché creino nuove applicazioni con l’apposito kit di sviluppo Ubuntu, e chi è abituato/costretto a lavorare su diversi dispositivi e form factor – prevedibilmente la minoranza degli utenti – esalta le nuove possibilità offerte dal gadget basato su Linux. Da qui a parlare di nuova esperienza di computing, in ogni caso, di acqua sembra scorrerne parecchia.
Alfonso Maruccia