Chi è attivo su TikTok conosce bene anche CapCut: è l’applicazione sviluppata e curata da ByteDance, dedicata all’editing video, che già vanta oltre 300 milioni di utenti su base mensile in tutto il mondo. È disponibile per il download nelle versioni per Android (da Google Play), per iOS (da App Store) e per sistemi operativi desktop (dal sito ufficiale). C’è anche un’interfaccia Web che non richiede alcuna installazione e gira all’interno del browser.
Un nuovo concorrente per Adobe e Canva: CapCut
La crescita registrata nell’ultimo periodo e l’inclusione di funzionalità non strettamente legate alla piattaforma, hanno portato lo strumento a essere impiegato sempre più per finalità diverse rispetto a quelle relative al confezionamento di un post. Per questo motivo, è diventato qualcosa di molto simile a un concorrente diretto per le soluzioni proposte da colossi del settore come Adobe e Canva.
Tra i punti di forza ci sono le immancabili integrazioni dell’intelligenza artificiale generativa. Gli algoritmi svolgono operazioni come la rimozione dello sfondo, la correzione del colore, il restauro di vecchie immagini e molto altro ancora.
Rischio ban negli Stati Uniti?
Un asso nella manica di ByteDance, dunque, una potenziale fonte di introiti indipendente dal business di TikTok. Il servizio, però, potrebbe trovarsi a dover fare i conti con la stessa minaccia di un ban negli Stati Uniti che sta mettendo a rischio la permanenza del social nel territorio.
I due progetti, il social e l’applicazione, sono gestiti da team differenti, ma che condividono la stessa sede operativa oltreoceano, a Los Angeles. Ricordiamo che, ad oggi, quello americano è il mercato più importante, in termini numerici, per la piattaforma, dopo l’Indonesia, con oltre 121 milioni di account (fonte Statista, dati aggiornati a fine aprile 2024).
Per maggiori informazioni a proposito di CapCut e per sapere come funziona rimandiamo all’approfondimento dedicato, pubblicato nei mesi scorsi su queste pagine.