Barry Ardolf, quarantaseienne tecnico informatico del Minnesota, è finito in carcere e ci resterà per 18 anni per la sua “calcolata campagna di terrore” condotta contro i vicini tramite la loro rete WiFi domestica. Ardolf si è dilettato in un’azione di cracking tesa a mettere nei guai Matt e Bethany Kostolnik, colpevoli di averlo accusato di pedofilia.
Alle origini della malsana e infruttuosa vendetta del cyber-pazzoide c’è un episodio risalente al 2009, quando il figlio di 4 anni dei coniugi Kostolnik si era avventurato nell’esplorazione del vicinato dopo il trasloco. Riportando indietro il bambino, Ardolf lo avrebbe baciato sulle labbra e i genitori lo avevano in seguito denunciato alle forze di polizia.
A questo punto Ardolf ha deciso – come lui stesso confesserà al giudice – di “lanciare attacchi informatici” contro i vicini, crackando la cifratura WEP della loro rete WiFi e usando quest’ultima per diffondere materiale pedopornografico , inviando e-mail di minaccia al vice-presidente Joe Biden e altre piacevolezze del genere.
La condotta illecita di Ardolf si è interrotta quando un investigatore assunto dai legali dei Kostolnik ha scovato traffico sospetto riconducibile all’uomo, fatto che ha condotto il cyber-vendicatore dietro le sbarre ponendo fine ai mesi e mesi di “incalcolabile danno psicologico” arrecato ai vicini.
Alfonso Maruccia