Carenza di chip: problema risolto solo nel 2023?

Carenza di chip: problema risolto solo nel 2023?

TSMC, Intel e NVIDIA confermano le difficoltà nella produzione di chip, affermando che il problema potrebbe essere risolto solo nel 2023.
Carenza di chip: problema risolto solo nel 2023?
TSMC, Intel e NVIDIA confermano le difficoltà nella produzione di chip, affermando che il problema potrebbe essere risolto solo nel 2023.

La situazione è più grave del previsto. Secondo TSMC, Intel e NVIDIA, la carenza di chip durerà almeno fino al 2023, quando la capacità produttiva sarà in grado di soddisfare la domanda. Ciò significa che nei prossimi mesi sarà ancora difficile trovare sul mercato dispositivi elettronici molto richiesti dagli utenti, tra cui notebook, tablet e schede video.

Pochi semiconduttori e prezzi più alti

Il problema principale è la domanda superiore all’offerta. I produttori non riescono a soddisfare tutte le richieste, aumentate in seguito all’adozione della didattica a distanza e allo smart working. Ad aggravare la situazione ci sono stati anche eventi inattesi dovuti ai cambiamenti climatici (l’ondata di gelo negli Stati Uniti o la siccità a Taiwan) oppure la corsa all’acquisto delle schede video da sfruttare per il mining delle criptovalute.

Da diversi mesi è molto difficile trovare le nuove GeForce RTX 30 di NVIDIA (le poche disponibili sono vendute a prezzi maggiorati). Problema simile per CPU, PlayStation 5 e Xbox Series X/S. TSMC, il principale produttore di semiconduttori al mondo, ha comunicato che la carenza di chip proseguirà per tutto il 2022, quindi per un ritorno alla normalità si dovrà attendere fino al 2023.

TSMC investirà 30 miliardi di dollari nel 2021 (100 miliardi in tre anni) nella costruzione di nuove fabbriche, una delle quali in Arizona (costo 12 miliardi di dollari), dove verranno realizzati i processori Apple a 5 nanometri. Anche Intel ha pianificato la costruzione di due fabbriche in Arizona, mentre il Presidente degli Stati Uniti ha proposto investimenti per 50 miliardi di dollari.

Fonte: ArsTechnica
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Pubblicato il
16 apr 2021
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