Come anticipato questa mattina, Bruxelles ha avanzato oggi ufficialmente la proposta per introdurre il caricatore universale o meglio, come viene definito nel testo della Commissione Europea, un caricabatteria standardizzato per i dispositivi elettronici. L’obiettivo è duplice: ridurre il volume di rifiuti generati al termine del ciclo vitale di prodotti come gli smartphone e rendere la vita più semplice ai consumatori che oggi si trovano troppo spesso a dover fare i conti con l’incompatibilità dovuta all’impiego di slot e tecnologie differenti.
Caricabatteria standardizzato per i dispositivi elettronici: sarà USB-C
A presentare l’iniziativa è stato Thierry Breton, Commissario per il Mercato Interno (nell’immagine di apertura), sottolineando come si tratti non di una rivoluzione, bensì dell’ennesimo step di un percorso avviato già da tempo, che nel corso di un decennio ha portato i produttori del settore a ridurre su base volontaria il numero dei sistemi impiegati da 30 a 3. Insomma: bene, ma non benissimo. Ecco perché si rende necessaria un’imposizione di tipo normativo.
Lo standard scelto è USB-C, già oggi il più diffuso. Si punta a favorirne l’adozione su (citiamo dal comunicato ufficiale) smartphone, tablet, videocamere, cuffie, altoparlanti portatili e console videoludiche portatili. Queste le parole di Breton.
I caricabatteria alimentano tutti i nostri dispositivi elettronici più essenziali. Con l’aumento del numero dei dispositivi, cresce anche il numero dei caricabatteria venduti che sono incompatibili o superflui. Con la nostra proposta mettiamo fine a questa situazione. I consumatori europei potranno utilizzare un caricabatteria unico per tutti i dispositivi elettronici portatili: un passo importante per aumentare la comodità e ridurre i rifiuti.
Sul tavolo anche la proposta di separare la vendita dei caricabatteria da quella dei dispositivi, solo così l’obiettivo potrà essere realmente perseguito. Sono queste in estrema sintesi le finalità dell’intervento:
- armonizzare le porte di ricarica dei dispositivi elettronici allo standard USB-C;
- armonizzare la tecnologia di ricarica rapida evitando che i produttori pongano limiti a loro discrezione;
- vendere caricabatteria e dispositivi separatamente, così da ridurre la spesa per i consumatori e il volume di rifiuti;
- informare meglio i consumatori, assegnando il compito in primis ai produttori.
Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, si stima una riduzione pari a quasi mille tonnellate di rifiuti elettronici generati su base annuale.
La proposta chiama in causa la direttiva sulle apparecchiature radio e dovrà ora essere adottata sia dal Parlamento Europeo sia dal Consiglio, passando attraverso la procedura legislativa ordinaria (codecisione). In caso di via libera ci sarà un periodo transitorio di 24 mesi per consentire all’industria il tempo necessario ad adeguarsi alle nuove prescrizioni.
Nulla cambierà dunque nell’immediato, ma è meglio agire con cautela e attenzione, considerata l’esigenza di garantire la piena interoperabilità. Di seguito il commento di Margrethe Vestager, Commissario Europeo per la Concorrenza.
I consumatori europei hanno subito troppo a lungo il disagio di dover accumulare diversi caricabatteria incompatibili. Abbiamo lasciato all’industria molto tempo per trovare una soluzione, ma ora è giunto il momento di agire a livello legislativo per promuovere caricabatteria standardizzati. Si tratta di un vantaggio importante per i consumatori e per l’ambiente, in linea con le nostre ambizioni in materia di transizione verde e digitale.
Qualche statistica per meglio comprendere il contesto:
- nel 2020 sono stati venduti 420 milioni di dispositivi (smartphone e di altro tipo) all’interno dell’Unione Europea;
- i consumatori possiedono in media tre caricabatteria per telefoni e ne utilizzano due regolarmente;
- il 38% di loro dichiara di aver incontrato almeno una volta difficoltà durante la ricarica causate dall’incompatibilità;
- ogni anno si spendono circa 2,4 miliardi di euro per comprare caricabatteria separati o aggiuntivi;
- si stimano ogni anno 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici dovuti a caricabatteria smaltiti e mai utilizzati.