Forse ci siamo, forse è la volta buona: in Europa si torna a parlare di caricabatterie universale, puntando all’adozione di uno standard unico e condiviso per tutte le tipologie di dispositivi mobile, dagli smartphone ai tablet. È attesa per oggi, giovedì 23 settembre, una proposta sul tema da parte della Commissione.
Caricabatterie universale: che sia la volta buona?
Nel frattempo, qualche brand si è già portato avanti, ma si tratta di slanci isolati e di conseguenza incapaci di generare un impatto significativo. Se ne parla ormai da molto tempo, anche a livello istituzionale, ma le iniziative fin qui messe in campo non hanno sortito l’effetto auspicato, finendo per essere accantonate nel nome di sistemi per la ricarica sempre più veloci, performanti o versatili, sbandierati dai singoli marchi come valore aggiunto al fine di spingere la commercializzazione dei prodotti lanciati sul mercato.
La volontà di Bruxelles sembra essere quella di puntare sulla tecnologia USB-C in quanto già adottata su larga scala per smartphone e tablet. Non si potrà ad ogni modo ignorare uno standard come Qi, altrettanto diffuso, impiegato per convogliare energia nelle batterie in modalità wireless.
Il caricabatterie universale porterebbe con sé due vantaggi: in primo luogo andrebbe a ridurre l’ammontare di rifiuti destinati allo smaltimento al termine del ciclo vitale di ogni dispositivo, con ovvi benefici in termini di sostenibilità ambientale, poi consentirebbe all’utente di risparmiare in fase di acquisto, sempre che i produttori ne tengano conto abbassando il prezzo.
Tra i protagonisti del mercato, sarebbe senza dubbio Apple quella maggiormente interessata dalla proposta, essendo più incline a impiegare porte e tecnologie proprietarie sulle linee iPhone e iPad rispetto a quanto avviene nel mondo Android. Anche il nuovo iPhone 13, appena commercializzato, è dotato di connettore Lightning per la ricarica. La posizione del gruppo di Cupertino sul tema è nota: un’imposizione di questo tipo finirebbe col porre freno all’innovazione ripercuotendosi in modo negativo sui consumatori.