Carlo Filangieri è stato scelto come nuovo amministratore delegato di FiberCop, gruppo che ambisce allo sviluppo della rete che dovrà portare la banda ultralarga in tutto il Paese. Il percorso è stato già importante nei mesi scorsi, ma l’avvento di Filangieri rappresenta uno snodo importante che avvia i motori della macchina FiberCop – in vista di una fase più operativa da parte del giovane gruppo.
Filangieri alla guida di FiberCop
Se il ruolo di FiberCop è quello di “operare esclusivamente nel mercato wholesale della fornitura di servizi relativi alla rete secondaria in fibra e a quella in rame fino al suo completo switch off“, il nome scelto alla guida del gruppo non poteva che essere quello dell’Head of Wholesale Market di TIM (ruolo ricoperto da settembre 2020 in poi dopo una lunga serie di altri incarichi a livello internazionale sempre nel perimetro del gruppo italiano).
Il programma dell’azienda è già stato fissato nelle settimane scorse attraverso gli impegni di co-investimento controfirmati da TIM, KKR Global Infrastructure e Fastweb:
La copertura target in ciascun comune sarà pari a circa il 75-80% e consentirà di raggiungere, complessivamente, 12,9 milioni di UIT (Unità Immobiliari Tecniche) sui 16,5 milioni presenti, in totale, nei suddetti 1.610 comuni. L’offerta di co-investimento di TIM riguarda, quindi, circa il 75% delle UIT delle aree grigie e nere (escluso il comune di Milano) individuate da Infratel nella mappatura 20206. La realizzazione del piano sarà completata entro il 2025.
TIM ha posto Filangieri a capo di questo piano di co-investimento, base portante di quello che sarà lo sviluppo della “One Network” di cui l’Italia ha cronica necessità ormai da troppo tempo.