La Commissione europea ha annunciato all’inizio del mese il piano REPowerEU che prevede una serie di interventi per ridurre al minimo la dipendenza energetica dalla Russia. Oggi ha quindi comunicato le azioni da attuare per risolvere il problema dell’approvvigionamento del gas e per ridurre l’impatto dell’aumento dei prezzi. Due le proposte: stoccaggio fino all’80% e acquisti collettivi.
Misure per il prossimo inverno
Le attuali regole sull’approvvigionamento del gas sono state concepite tenendo conto di inverni particolarmente freddi e interruzioni della fornitura su piccola scala. Oggi lo stoccaggio copre il 25-30% della domanda e, nonostante la stagione invernale sia quasi finita, i livelli di gas sono piuttosto bassi. Inoltre la guerra in Ucraina ha causato una maggiore volatilità dei prezzi. Le proposte della Commissione europea serviranno per affrontare al meglio il prossimo inverno e fronteggiare anche un’eventuale interruzione delle forniture dalla Russia.
Una delle misure a breve termine, prevista dal piano REPowerEU, prevede l’obbligo per gli stati membri di portare all’80% il livello minimo di stoccaggio del gas entro il 1 novembre (90% dal 2023). I paesi senza impianti potranno chiedere lo stoccaggio di gas ad altri paesi (almeno il 15% del consumo annuale) oppure sottoscrivere accordi di condivisione del gas.
In Italia si consumano circa 76 miliardi di metri cubi di gas all’anno, 38 dei quali arrivano dalla Russia. Il governo italiano ha iniziato a cercare altre fonti, ad esempio incrementando le importazioni dall’Algeria e dall’Azerbaijan, ma anche sfruttando gli impianti di stoccaggio. È inoltre prevista la costruzione di rigassificatori galleggianti. Incrementando anche l’uso dell’energia rinnovabile, la dipendenza dalla Russia dovrebbe essere risolta entro tre anni.
La seconda proposta della Commissione europea prevede accordi con paesi terzi per l’acquisto collettivo di gas attraverso la creazione di una specifica task force. Ciò dovrebbe incrementare il “potere di acquisto” e ottenere prezzi più bassi. Ovviamente è necessario attendere l’approvazione del Parlamento e del Consiglio dell’Unione europea. Essendo una questione urgente, la Commissione spera di ottenere il via libera nel secondo semestre.