Caro-telefonino? Un motivo c'è

Caro-telefonino? Un motivo c'è

E se certi avvisi di chiamata fossero un modo per incrementare gli addebiti? E se certi prezzi fossero manipolati? Un irriverente quadretto della telefonia mobile
E se certi avvisi di chiamata fossero un modo per incrementare gli addebiti? E se certi prezzi fossero manipolati? Un irriverente quadretto della telefonia mobile


Roma – Spettabile redazione di Punto Informatico, scrivo per mettere voi e i vostri lettori a conoscenza di alcune supposizioni che, se si rivelassero fondate, getterebbero una terribile luce sui comportamenti di alcune note aziende telefoniche italiane.

Tutto nasce circa tre anni fa, quando ebbi occasione (tralascio i dettagli) di conoscere a fondo un amico di vecchia data, da poco licenziatosi da una nota compagnia di telefonia mobile. Essendo entrambi grandi appassionati di tecnologia, e condividendo un minimo di amor proprio per l’onestà e il rispetto delle persone, ci siamo ritrovati a parlare di cose che definirei agghiaccianti.

Questa compagnia telefonica, chiamiamola “Paperino Spa”, ha messo in piedi, negli anni, un complicato sistema informatico per grattare quanti più soldi possibile ai suoi clienti. Vediamo come, e vediamo anche perchè tutto ciò suona stranamente plausibile.

I contratti di telefonia mobile stipulati sono delle “corazzate”, e permettono alla Paperino Spa di agire incontrastata, beffandosi di associazioni di consumatori, giudici, authority e quant’altro. Uno stormo di avvocati pensa a tutto, in stretta collaborazione con chi spiega loro dove “colpire”, e quali saranno le mosse strategiche future.

Le tariffe, anche se ben precise nei prospetti informativi, non vengono rispettate: esistono dei software che in sostanza cercano di addebitare il più possibile del traffico non necessario, o mai avvenuto. Come agiscono?

1. Telefonate inesistenti: a caso, più spesso per alcune categorie di utenti, sul telefonino di Topolino appare una chiamata senza risposta da Pippo, il quale Pippo in passato aveva effettuato almeno tre, quattro chiamate verso Topolino. Il software presume che i due si conoscano, e sicuramente scommette che Topolino richiamerà l’amico. L’amico risponde, negando, o non ricordandosi, di quella telefonata… e a ragione! I due pensano ad un errore, o ad un tasto premuto per sbaglio, e la cosa finisce lì.
A volte le telefonate inesistenti coinvolgono persone la cui residenza dista fisicamente centinaia di chilometri: qualche decina di secondi per capire il disguido, e i due riattaccano… con conseguente addebito.

2. Traffico truccato: di alcune chiamate, a caso, soprattutto effettuate da utenti di una certa età, viene gonfiata la durata, e il rispettivo costo da addebitare. Nessuno si lamenta, o se si lamenta il software lo esclude dalle liste “papabili” per un periodo di tempo di qualche mese. Passato qualche mese, il trucco ricomincia.

3. Caduta di linea: per chi ha lo scatto alla risposta viene causata volontariamente una caduta della linea, che corrisponde di solito ad una nuova chiamata, e un nuovo scatto alla risposta da pagare. L’utente pensa ad un piccolo problema di segnale.

4. Chiamate deviate: a volte, in base ad un algoritmo che il mio amico non mi ha saputo spiegare, le chiamate vengono deviate ad altri utenti, soprattutto da telefono fisso: “mi scusi, ho sbagliato numero” e si riattacca, ma intanto lo scatto alla risposta è arrivato. La cosa più grave, tuttavia, è il “cartello” (accordo tra grandi aziende che insieme monopolizzano il mercato) delle tariffe: dimostrato dal fatto che questo software calcola la percentuale di clienti che abbandoneranno la propria compagnia a favore di altre, e la percentuale (fornita da… indovinate un po’) dei clienti che migreranno da altre compagnie verso la propria, in virtù di costi gonfiati.

Sembra credibile tutto ciò? Ma no, direte voi… ci rimettono, direte… beh, secondo dei conti approssimati, se una azienda riesce a scucire in media anche solo 10 euro all’anno ai propri clienti con questo metodo, ciò significa varie decine di milioni di euro in più che entrano nelle casse, a fronte di un software il cui costo non dovrebbe superare qualche milione di euro soltanto. O anche meno.

Ciò comporta inoltre che le persone con poco traffico residuo nella propria scheda siano costrette ad acquistare una ricaricabile, magari da 5 o 10 euro (con questi tagli il margine della compagnia è altissimo). Risultato: più liquidi nelle casse della compagnia, e ulteriori guadagni.

E non solo, tutto questo (e qui riporto le considerazioni del mio amico) contribuisce ad “educare” i consumatori a tariffe particolarmente alte, valorizzando in tal modo le “strepitose” offerte di Natale o dell’estate, che offrono ad esempio centinaia di SMS gratuiti, oppure minuti di conversazione gratuiti, o altro. Tutto fumo negli occhi, che serve per dare l’impressione che le tariffe siano oggi “più convenienti che mai”. Falso. Per una compagnia attiva da almeno tre anni (e che quindi ha ammortizzato il costo delle infrastrutture), il costo di un SMS si aggira intorno a 0,15 centesimi di euro… diciamo 2,8 lire. A noi quanto costa? Vi basta questo? O bisogna aggiungere altro? Sembra che le compagnie telefoniche controllino tutto, di noi… ma… qui custodiet custodes (chi controlla i controllori)?

Forse il mio amico si è inventato tutto, queste infatti sono solo “supposizioni”. Ad altri spetta di verificarle. Io incrocio le dita,

Simone B.

Ciao Simone
sebbene non possa che essere d’accordo sulla mancanza di una trasparenza sistematica sulle tariffazioni della telefonia mobile, è un vecchio discorso sempre valido e mai risolto, mi pare assai arduo pensare all’esistenza di una complessa strategia fondata sugli abusi.
Ciò che invece senz’altro è assente è proprio la trasparenza e la comunicazione sulle deficienze dei sistemi di gestione che spesso si traducono in addebiti non richiesti, o in varie forme di disturbo dell’utente, senza che vi sia alcun monitoraggio pubblico né alcuna forma di compensazione. Ma questo, più che delle imprese, dovrebbe essere materiale di interesse per le autorità garanti…
Un saluto, a presto, Alberigo Massucci

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Pubblicato il
21 dic 2004
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