Oggi il Poligrafico e Zecca dello Stato ha partecipato a ForumPA 2020 con un live webinar intitolato “Spazio MEF: Trasformazione Digitale e Carta di Identità Elettronica”. Ne prendiamo spunto per riportare alcuni numeri relativi alla diffusione della CIE in Italia e ai passi in avanti fin qui compiuti su questo fronte.
Carta d’Identità Elettronica: a che punto siamo?
Anzitutto, ad oggi la Carta d’Identità Elettronica è nelle mani e nei portafogli di 15 milioni di connazionali con una crescita annua pari a 7 milioni. Si sta dunque proseguendo nella giusta direzione in vista della scadenza fissata per il 2026 quando le versioni cartacee del documento dovranno essere definitivamente sostituite come previsto dal regolamento UE 1157/2019.
Il progetto è andato evolvendo nel tempo dal punto di vista tecnologico e da quello gestionale. Oggi la CIE consente ai cittadini un accesso sicuro ai servizi online della Pubblica Amministrazione, in linea con gli standard fissati da eIDAS (electronic IDentification Authentication and Signature), grazie anche all’adozione di accorgimenti come la presenza di elementi fisici di anticontraffazione e del chip RF che memorizza in i dati personali e biometrici del titolare.
Gli ambiti di impiego sono molteplici, dal riconoscimento da parte delle forze dell’ordine, all’accesso mediante transito in e-gate, tornelli o aree ad accesso controllato fino alla compatibilità con strumenti di pagamento o abbonamenti elettronici che guardando al futuro spalanca le porte a nuove opportunità.
A tal proposito ricordiamo la disponibilità dell’applicazione gratuita CIE ID, in download su Android e iOS, che attraverso il sistema “Entra con CIE” permette di utilizzare la cara come chiave di accesso ai servizi delle Pubbliche Amministrazioni italiane e degli Stati membri dell’Unione Europea con il massimo livello di sicurezza possibile.
Concludiamo segnalando che dall’ultima edizione del rapporto DESI (Digital Economy and Society Index) emerge quanto però ci sia ancora da fare: solo il 32% degli utenti digitali italiani usufruisce attivamente dell’e-government, una percentuale pari a circa la metà rispetto alla media europea.