Da questa settimana è possibile attivare le credenziali di livello 1 e 2 della Carta d’Identità Elettronica: uno step decisivo verso l’addio a SPID? La domanda è più che legittima, considerando la volontà manifestata ormai da tempo, da parte di alcuni esponenti dell’esecutivo. Allo stato attuale, però, quello che fino a oggi è il più diffuso sistema impiegato per l’identità digitale nel nostro paese, già adottato da oltre 34,5 milioni di cittadini, non sembra destinato al pensionamento, almeno non a breve.
Carta d’Identità Elettronica o SPID? Entrambi?
Come abbiamo avuto modo di scrivere di recente in più occasioni, è in fase di discussione il rinnovo delle convenzioni con i gestori accreditati. Gli ultimi aggiornamenti fanno riferimento a una possibile proroga pluriennale, attraverso la definizione di un accordo che possa tener conto delle esigenze manifestate da queste realtà, anzitutto sul piano economico, in relazione agli investimenti e ai costi operativi necessari per supportare un’infrastruttura sempre più utilizzata dagli italiani.
Nel frattempo, l’elenco degli Identity Provider ha visto l’uscita di Intesa e l’ingresso di InfoCamere. Il loro numero rimane dunque invariato, a undici: gli altri sono TeamSystem, TIM, Register.it, Sielte, Poste Italiane, Namirial, Lepida, InfoCert, Aruba e Etna Hitech.
Quel che sta accadendo, con l’abilitazione delle credenziali di livello 1 e 2 per la CIE, è che, sostanzialmente, il documento assume un’utilità equiparabile a quella di SPID per l’accesso ai servizi online della Pubblica Amministrazione. Di fatto, i due strumenti vanno a costituire l’uno l’alternativa dell’altro, svolgendo la stessa funzione.
Non è da escludere nemmeno l’ipotesi di una loro futura convergenza, all’interno di quella al momento definita come una sorta di applicazione unica, che dovrà inevitabilmente tenere conto delle indicazioni sul tema giunte dall’Europa.
In definitiva, la risposta alla domanda di apertura è No
, la recente evoluzione della Carta d’Identità Elettronica su questo fronte non dev’essere interpretata come finalizzata a sostituire ed eliminare l’attuale Sistema Pubblico di Identità Digitale, semmai a offrire al cittadino una maggiore libertà di scelta.