Un fatto fin qui probabilmente mai verificatosi nella complessa questione mediorentale: furto di informazioni riservate e loro diffusione a scopo politico. Un collettivo denominatosi Group-XP sostiene di essere riuscito a compromettere i dati relativi a non meno di 400mila carte di credito di cittadini israeliani: un numero decisamente troppo alto per le autorità bancarie locali , che tuttavia non sembrano negare l’accadimento. Lo scopo del gesto sarebbe quello di causare danni economici e minare la credibilità dello stato di Israele.
Niente di eccezionale è accaduto sul piano tecnico : lo conferma anche il celebre esperto di sicurezza Gadi Evron , che per Israele cura la cybersecurity. Semplicemente qualcuno è riuscito a violare un database di un sito, ne ha tirato fuori le informazioni e le ha diffuse. Invece di venderle, come accade di solito, le ha rilasciate al pubblico come forma di protesta: qualche acquisto online è stato effettuato con le carte “rubate”, ma si tratta di normale amministrazione sul piano delle frodi a mezzo carta di credito.
“Dovunque ci sia qualche tipo di tensione politica o etnica in giro per il mondo – ha detto Evron ad Associated Press – puoi essere certo che due giorni dopo o un’ora dopo, e per qualche settimana, ci sarà qualche tipo di attacco online in corso”. “Potenzialmente questi attacchi possono essere devastanti – ha aggiunto – Ma non è questo il caso”. Difficile al momento, poi, confermare anche la rivendicazione politica del gesto: il collettivo Group-XP si è dichiarato saudita e ha tirato in ballo direttamente il “portafogli sionista”, ma al momento non ci sono altri dettagli disponibili su possibili tracce che portino a scovare gli autori del gesto. L.A.