Cartello ebook, Apple è colpevole

Cartello ebook, Apple è colpevole

Cupertino è stata condannata in primo grado nel processo antitrust avviato negli USA. Senza il suo intervento gli editori non avrebbero trovato un accordo per aumentare il prezzo dei libri
Cupertino è stata condannata in primo grado nel processo antitrust avviato negli USA. Senza il suo intervento gli editori non avrebbero trovato un accordo per aumentare il prezzo dei libri

Per il Dipartimento di Giustizia (DoJ) statunitense è la vittoria di milioni di consumatori del mercato dei libri in formato elettronico. Il giudice newyorchese Denise Cote ha accettato le documentazioni presentate in aula dalle autorità a stelle e strisce nell’infuocato caso antitrust, avviato contro Apple e il suo presunto cartello per manipolare i prezzi medi dei volumi digitali, tramite la stipulazione di accordi illeciti con i singoli editori anglofoni per contrastare le politiche di sconto praticate dal gigante Amazon.

L’azienda di Cupertino è stata così giudicata responsabile di un sensibile aumento nei prezzi sul mercato dei libri in formato elettronico, che sarebbe risultato impossibile senza un suo intervento di coordinamento. In altre parole, i vari publisher in lingua inglese non avrebbero potuto intervenire singolarmente per contrastare le dinamiche di prezzo volute da Amazon – una media di circa 10 dollari (poco più di 7 euro) – dunque bisognosi del supporto strategico e commerciale della Mela con il suo marketplace iBookstore.

In attesa di una nuova udienza per stabilire l’esatto ammontare dei danni subiti dai consumatori statunitensi, i vertici di Apple incassano una sconfitta che sembrava evitabile fino a un mese fa . Dopo la confusa testimonianza del googler Tom Turvey, la posizione del DoJ si era indebolita: tra le vittime del cartello, la stessa Amazon ammetteva di aver ricevuto pressioni dai singoli publisher per la questione legata ai libri scontati a 9,99 dollari , data l’intenzione degli stessi editori di decidere il prezzo in autonomia.

In sostanza , Apple avrebbe potuto dimostrare l’assoluta indipendenza del suo business, non avendo agito in maniera diretta per far salire i prezzi degli ebook – fino a quasi 15 dollari (11 euro circa) – e danneggiare consumatori e concorrenti sul mercato. Il giudice Cote ha invece riconosciuto alla Mela un ruolo centrale da direttore d’orchestra del cartello , dalla condivisione di interessi comuni con gli editori per ridimensionare l’ascesa di Amazon nella distribuzione dei volumi digitali.

Un portavoce di Cupertino ha ammesso che la nascita di iBookstore fosse propedeutica alla guerra contro Amazon, ma senza l’istituzione di cartelli in violazione delle leggi nazionali antitrust. Apple ricorrerà in appello contro la decisione del giudice di Manhattan , rimasta ormai sola alla sbarra dopo i numerosi accordi – settlement agreement – dei vari publisher anglofoni con le autorità statunitensi.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
11 lug 2013
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