Cartello ebook, l'accusa di Apple

Cartello ebook, l'accusa di Apple

Gli accordi finora proposti sarebbero ingiusti. E rischierebbero di aprire la strada al monopolio di Amazon. Apple al contrattacco
Gli accordi finora proposti sarebbero ingiusti. E rischierebbero di aprire la strada al monopolio di Amazon. Apple al contrattacco

Apple ha chiesto ufficialmente che vengano rifiutati dal giudice gli accordi proposti alle parti per risolvere il caso aperto dal Dipartimento di Giustizia ( Department of Justice , DoJ) nei propri confronti e nei confronti degli editori Hachette Livre, Harper Collins, Simon&Schuster, Penguin e Macmillan, accusati di aver fatto gruppo per tenere artificiosamente alto il prezzo degli ebook .

Le autorità contestano alle parti l’adozione del cosiddetto modello “di agenzia” che affida la decisione del prezzo finale agli editori e non ai rivenditori, come faceva invece il modello wholesale precedentemente imposto da Amazon : un cambio di rotta che sarebbe coinciso con l’ingresso sul mercato di iPad e con un aumento dei prezzi, finora tenuti bassi dalla strategia adottata dal produttore di Kindle.

Simont&Schuster, HarperCollins e Hachette Book Group hanno rifiutato le accuse, ma accettato di sottoscrivere un compromesso con Washington in base al quale rimborseranno gli utenti e correggeranno i prezzi annullando gli accordi vigenti che li legano ad Apple .

Al contrario, gli imputati rimanenti hanno sempre sostenuto che il rischio di monopolio già si fosse verificato in precedenza con il dominio di Amazon, e che si potrebbe ripresentare con un ritorno al passato.

Anche per questo Apple riferisce che l’accordo proposto dal DoJ sarebbe ingiusto: di fatto, inoltre, riscrive contratti da essa legalmente sottoscritti senza neanche entrare nel vivo del processo. L’accordo tra gli editori e le autorità, infatti, finirebbe secondo Cupertino per avere un effetto molto concreto su suoi contratti senza che ci sia il normale svolgimento di un processo a tutela dei suoi diritti e senza che sia parte in causa dell’accordo.

Cupertino, inoltre, spiega che in realtà i suoi contratti e in particolare la “clausola della nazione più favorita”, che impedisce agli editori di concedere a terzi condizioni migliori rispetto a quelle concesse a Apple, non costringe al modello d’agenzia: a dimostrazione di ciò, il fatto che alcuni editori (minori, che non vengono nominati) hanno affiancato licenze d’agenzia con Apple a modelli wholesale con altri distributori.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
17 ago 2012
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