Tutta questa voglia di “condivisione” – che ormai ha contaminato la cittadinanza wired occidentale – ha fatto accendere la lampadina di un gruppo di ricercatori della University of California. Il bagliore ha preso forma nel progetto CarTorrent , una sorta di rete wireless fra veicoli che dovrebbe consentire nel 2012 di condividere informazioni di ogni genere.
Le analogie con il progetto tedesco SmartWeb non mancano, ma in questo caso pare che il vero obiettivo sia quello di trasporre completamente il modello BitTorrent . Consentire quindi agli automobilisti di disporre di una rete in movimento che permetta l’accesso a contenuti di intrattenimento, di navigazione e per la sicurezza.
La squadra di ricercatori, del Network Research Lab della UCLA Engineering , è guidata da due italiani, Mario Gerla e Giovanni Pau . Il lavoro degli ultimi tempi si è soprattutto concentrato nello sviluppo di un sistema capace di mettere in contatto veicoli in movimento a distanze che potranno raggiungere i 300 metri. In pratica, il downloading delle informazioni dovrebbe avvenire nei pressi di speciali access point. Poi, durante il viaggio, si procederà con la condivisione automatica.
“Vi saranno immediati benefici per la sicurezza e anche per la distribuzione di contenuti. La comunicazione da auto ad auto potrà essere sfruttata per evitare incidenti semplicemente avvertendo ogni automobilista degli imminenti pericoli. Per prevenire gli incidenti dobbiamo agire in una frazione di secondo. Per questo motivo stiamo collaborando con i produttori di auto (Toyota e BMW)”, ha spiegato Gerla a The Guardian .
La rete sfrutta le potenzialità del protocollo Digital Short Range Communication ( DSRC ) insieme alla tecnologia WLAN a 5.9 GHz. Il tutto per creare comunicazioni wireless bidirezionali fra veicoli. Inoltre, secondo i ricercatori, la possibilità di sfruttare l’auto come nodo della rete dovrebbe consentire di disporre potenzialmente di ogni genere di sensore, senza le classiche limitazioni energetiche, di memoria, di processing e di archiviazione dati che affliggono i dispositivi installati in locale.
“Ciò che cambierà la situazione sarà l’approvazione e il successo degli standard emergenti di comunicazione sostenuti dalla 802.11p Working Committee dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers”, ha sottolineato Gerla.
I punti deboli, spiega il tecnico italiano, rimangono la protezione della privacy e della sicurezza informatica degli automobilisti. “Alcuni non vogliono che gli altri sappiano dove sono; una persona potrebbe divulgare informazioni errate sul traffico per convincere gli altri a togliersi dalla sua strada”, ha aggiunto Gerla.
Ma a parte questi problemi probabilmente aggirabili con protocolli di sicurezza, uno dei limiti alla diffusione del CarTorrent è senza dubbio rappresentato dai pochi benefici promessi ai primi utenti. Bisognerebbe spendere inizialmente 500 dollari per rendere compatibile la propria auto con il sistema e poi sperare che un elevato numero di altri automobilisti faccia lo stesso.
Dario d’Elia