Washington (USA) – Una riunione a porte chiuse si è tenuta nelle scorse ore nella capitale americana per valutare come risponda l’infrastruttura di comunicazione all’ attacco del virus Nimda e quale sia la vera natura dell’attacco.
All’incontro, avvenuto a latere della Wargames Conference del SANS Institute, hanno preso parte esponenti dell’amministrazione Bush, compresi esperti del ministero della Giustizia e di quello della Difesa, alcuni provider internet, importanti esperti di sicurezza e imprese specializzate nella difesa antivirus.
Poco è trapelato della conferenza, a cui hanno partecipato in tutto una 40ina di persone, ma si sa che si è tentato di capire se questo virus possa essere l’avvisaglia di una serie di nuovi metodi di infezione e di attacco. Un problema serio, se si pensa all’enorme diffusione che Nimda ha avuto in sole 36 ore e al fatto che ancora devono essere calcolati con esattezza i danni che ha creato, segno della pesantezza di questo “attacco virus”.
Sul piano tecnico la conferenza ha studiato il funzionamento del virus, considerato “incredibilmente complesso”, più complesso dei suoi numerosi predecessori, al punto che non ne sono ancora noti tutti i dettagli.
Il fatto che la conferenza annuale abbia avuto Nimda al suo centro testimonia anche una nuova attenzione dell’amministrazione Bush verso questo genere di aggressioni, segno della “criticità” sempre maggiore acquisita dalle nuove tecnologie, da internet in particolare, nell’insieme delle infrastrutture di produzione e di comunicazione. E dal rischio che questa nuova razza di virus sembra conseguentemente rappresentare.
Nel frattempo gli osservatori antivirus segnalano un rallentamento di Nimda, che nel week-end ha dimostrato di non potersi propagare al ritmo dei giorni scorsi, sebbene rimangano quelle che vengono definite “sacche” nelle quali Nimda si diffonde ulteriormente. Si tratta di ambienti telematici non particolarmente protetti che in passato non sono stati aggrediti da virus importanti. SecurityFocus ha confermato il rallentamento e ha definito Nimda il virus “che si è dimostrato il più veloce” nella sua diffusione.