Tutto come previsto: il Cashback di Stato non c’è più. L’ufficialità dello stop definitivo è giunta con il Consiglio dei Ministri di ieri. Dopo la sospensione nella seconda metà di quest’anno, l’iniziativa non riprenderà a gennaio, con buona pace dei suoi sostenitori e di chi l’ha ritenuta efficace sia nella lotta all’evasione sia per abituare i cittadini all’utilizzo dei pagamenti elettronici.
Niente più Cashback, cancellato da Draghi
Mario Draghi non l’ha mai guardato al programma come a una risorsa su cui far leva, piuttosto come un peso di cui disfarsi, dirottando altrove i fondi già stanziati per finanziarlo. Eppure, i numeri registrati tra gennaio e giugno indicavano un’adesione massiccia a testimonianza di come non mancasse il potenziale da esprimere.
Chi ha diritto al Super Cashback da 1.500 euro lo riceverà entro fine novembre come previsto, tramite bonifico allo stesso IBAN indicato per il rimborso del 10% (fino a 150 euro) sulle spese eseguite nei negozi.
Con i pagamenti di novembre saranno formalmente risolte le convenzioni del ministero con PagoPA e Consap, dunque al 31 dicembre il progetto sarà definitivamente concluso.
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Iniziativa di certo perfettibile, come abbiamo avuto modo di scrivere in tempi non sospetti su queste pagine avanzando un elenco di 10 proposte per intervenire sulle criticità emerse fin da subito, al Cashback di Stato va riconosciuto almeno il merito di aver stimolato, nell’opinione pubblica e nel mondo della politica, la discussione a proposito di quanto raggiungere quei due obiettivi citati in apertura (lotta all’evasione, abbandono del contante) sia una priorità. Che il confronto si sia sviluppato non senza ricorrere a toni accesi e in maniera non scevra da prese di posizione palesemente interessate è altra questione.