740 transazioni: è questo il limite a cui si è arrivati con il Super Cashback a sole 24 ore di distanza dalla chiusura del primo e unico semestre di gara. Oggi, 30 giugno, scade infatti il periodo previsto per il concorso: la decisione trapelata dalla Cabina di Regia sarebbe quella di una cancellazione dell’iniziativa (decisione, tuttavia, al momento non ufficializzata) per drenare fondi utili ad altri scopi.
Le reazioni politiche non sono mancate: da una parte v’è chi difende l’iniziativa, ergendo un muro di difesa di fronte ad un progetto voluto dal precedente Esecutivo; dall’altra c’è chi esulta alla vittoria, ricordando che da sempre aveva avversato l’iniziativa. Il forte sospetto è che ancora una volta la politica non sappia entrare nel merito, limitandosi a parlare di sé stessa e utilizzando il tema come strumento di demonizzazione dell’avversario.
Senza sapere perché
Una cosa sembra certa: aboliremo il Cashback senza sapere davvero se sia stato utile o meno alla causa. Che avesse difetti da correggere, è cosa nota da tempo. Che potesse avere importanti effetti positivi per la transizione ai pagamenti digitali, è parso inoppugnabile. Che abbia contribuito fortemente alla distribuzione dell’app Io, è innegabile. Che possa essere stato deleterio e basta, invece, è qualcosa che non ha ad oggi dimostrazioni. La Corte dei Conti, ad esempio, non lo aveva bocciato: ne aveva sottolineate alcune debolezze ed aveva raccomandato analisi di impatto. Ma queste analisi non sono mai state compiute, o almeno questo è quel che il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fatto sapere: il Cashback viene abolito dunque per una decisione smaccatamente politica, priva di argomentazioni tecniche. Una decisione lecita, peraltro: le urgenze sul piatto sono molte ed è del tutto opportuno che il Governo debba prendere decisioni, anche dolorose, per guidare le sorti del Paese. Sarebbe però politicamente utile avere spiegazioni, così che si possano capire le risultanze di un esperimento tanto originale quanto discusso.
I numeri sono quelli noti: 8,9 milioni di italiani aderenti, quasi 800 milioni di transazioni elaborate, 16 milioni di strumenti di pagamento registrati. Molti scontrini in più prodotti, qualche furbetto che con le proprie notti alla pompa di benzina ha minato la bontà ludica del gioco, qualche negozio in più convertito al cashless. Ad incrementare questi numeri saranno, oggi, coloro i quali sono alla soglia delle 50 transazioni e quanti stanno tra 700 e 800 operazioni: per entrambi i contesti ci sono obiettivi da raggiungere.
Da domani cosa succederà alle transazioni con strumenti digitali? Il contante tornerà a fluire corposo, o qualcosa resterà di questo semestre di Cashback? In attesa delle decisioni ufficiali da Palazzo Chigi, non resta che assistere a quello che sarà l’ultimo giorno del Cashback. E chissà se sapremo mai quali risultati effettivi avrà smosso, nel bene e nel male.