Wikimedia Italia non è legalmente responsabile per i contenuti che gli utenti caricano liberamente sulle pagine dell’enciclopedia collaborativa Wikipedia: a dirlo è una sentenza del Tribunale Civile di Roma che chiude un caso che si trascinava da anni.
Il politico dell’allora Pdl Antonio Angelucci ed il figlio Giampaolo avevano avviato una causa civile nei confronti di Wikimedia Italia, la fondazione non profit che si occupa anche di it.wikipedia , per due pagine dell’enciclopedia che secondo loro avrebbero diffuso affermazioni diffamatorie.
Per questo gli Angelucci chiedevano a Wikimedia Foundation 20 milioni di euro : non hanno voluto neppure tentare di risolvere la situazione attraverso le procedure offerte dall’enciclopedia libera per la correzione delle voci ospitate, né hanno tentato di rintracciare e rivolgersi al singolo netizen autore delle modifiche incriminate.
È stata la volontà dell’allora presidente di Wikimedia Italia Frieda Brioschi di evitare la degenerazione del contenzioso sulle pagine incriminate, a spingere all’oscuramento e al blocco delle stesse tramite una Open-source Ticket Request ( OTRS ): nonostante la chiusura del caso, peraltro, le pagine sono ancora inaccessibili.
La sentenza del Tribunale di Roma dà ora torto agli Angelucci: contro di loro ha pesato il fatto che Wikimedia non sia proprietaria dei server né del dominio al centro del contendere e che non abbia altresì alcun controllo né alcuna responsabilità sui contenuti pubblicati e modificati dagli utenti. “L’associazione – si spiega in un comunicato – non fornisce alcun ruolo di rappresentanza legale, limitandosi a fornire attività a carattere esecutivo e meramente di supporto, risultando “affiliata” alla Wikimedia Foundation, Inc. senza assunzione di alcuna gestione diretta e senza attribuzione della proprietà del sito che ospita Wikipedia, che rimae della Wikimedia Foundation, Inc. “.
Wikimedia Italia ha parlato di “una vittoria fragorosa che sembra chiudere definitivamente” il contenzioso, ma probabilmente – dati i precedenti e la normativa europea in materia di non responsabilità degli intermediari prevista dalla Direttiva 2000/31/EC sull’e-commerce – a sorprendere sarebbe stata una decisione contraria: nonostante gli Angelucci sostenessero che le attività di Wikimedia Foundation fossero più affini ad un provider di contenuti o ad un giornale online piuttosto che ad un intermediario o ad un hosting, il tribunale italiano ha respinto tale argomentazione applicando i principi europei vigenti in materia.
Il tribunale ha dichiarato che Wikipedia “offre un servizio basato sulla libertà degli utenti di redigere le varie pagine dell’enciclopedia; è questa libertà che esclude qualsiasi e che trova il suo equilibrio nella possibilità che chiunque può modificarne i contenuti e chiederne la rimozione”. Il tribunale ha altresì sottolineato che gli stessi Angelucci avrebbero potuto modificare le pagine contestate contribuendo all’affermazione di quella che ritenevano la verità .
Già un’ altra sentenza italiana aveva peraltro ribadito ormai più di un anno fa che la fondazione non profit non potesse essere ritenuta responsabile dei contenuti inseriti dai suoi utenti per le varie voci enciclopediche: nel caso in questione a rivolgersi al Tribunale di Roma era stato l’ex-ministro Cesare Previti.
Ancora deve arrivare ad una conclusione, invece, il procedimento che in Grecia vede denunciato un admin di Wikipedia per presunte diffamazioni ai danni di un altro politico locale.
Claudio Tamburrino