Foxconn, il produttore elettronico asiatico già coinvolto in episodi controversi per le condizioni in cui lavorano i suoi dipendenti, è di nuovo al centro della polemica: e l’accusa è proprio di abusi ai danni dei lavoratori.
A tirare in ballo l’azienda, partner tra l’altro di Apple, Nintendo, Sony, Nokia e HP, sembrerebbero stavolta dati raccolti da ricercatori universitari che sembrano delineare un quadro di condizioni di non sicurezza sul lavoro, addestramento violento e salari bassi.
A condurre la ricerca studenti e professori di 13 università cinesi, quattordici dei quali avrebbero avuto anche accesso alle strutture dell’azienda per poter essere testimoni oculari. A divulgarli è stato il Global Times , giornale controllato dal Governo, che stando alle indiscrezioni avrebbe alcune “questioni in sospeso” con l’azienda.
Ad essere intervistati sono stati 1.736 lavoratori e la situazione che è emersa è delle più nere: nonostante l’ annuncio di un aumento salariale del 30 per cento sembrerebbe che al massimo i lavoratori ne avrebbero visto uno del 9,1 per cento, perdendo al contempo alcuni dei benefici e dei bonus che gli venivano garantiti ; in alcuni impianti, poi, circa la metà della forza lavoro è costituita da stagisti costretti a fare gli straordinari e i turni di notte , anche se la legge in materia lo proibirebbe (ma, secondo il Global Times , non avrebbero contratti per cui non risulterebbero né per le autorità né per il welfare).
Accanto alla questione salari minimi, inoltre, secondo il sondaggio il 38,1 per cento avrebbe subito invasioni della privacy da parte dei superiori e il 16,4 per cento sarebbe stata vittima di violenza .
Infine, anche le condizioni sanitarie sarebbero deprecabili: almeno uno degli intervistati avrebbe riferito che, nei 16 anni di servizio presso Foxconn, solo due volte avrebbe ricevuto una visita medica, la cui ripetizione regolare sarebbe, per il contatto quotidiano con i materiali pericolosi cui è sottoposto, necessaria per legge.
Foxconn ha smentito tutto , affermando che anzi il proprio impegno è a favore di un ambiente di lavoro ideale che stimoli “la felicità e il benessere dei suoi dipendenti”.
Nintendo è intervenuta nella vicenda, dichiarando che il proprio codice interno impone il rispetto delle condizioni di lavoro e di diritti umani dei dipendenti anche da parte dei partner, e che per garantirne l’ottemperanza conduce ispezioni regolari degli impianti di produzione. Stesso sistema di controlli basato sull’autoregolamentazione è attuato anche da altre grandi aziende , tra cui le altre coinvolte con Foxconn e che già in passato hanno espresso i medesimi commenti .
Claudio Tamburrino