La condanna di Google da parte dell’Italia rischia di diventare un caso diplomatico: “siamo negativamente colpiti” ha dichiarato in una nota l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, David Thorne.
L’ambasciatore, peraltro, si è addentrato nelle possibili interpretazioni della sentenza: “non siamo d’accordo sul fatto che la responsabilità preventiva dei contenuti caricati dagli utenti ricada sugli Internet Service Provider”. E ha ribadito nell’occasione il principio fatto proprio dalla politica estera statunitense con il discorso di Hilary Clinton all’indomani dell’ affaire Google in Cina: “Il principio fondamentale della libertà di Internet è vitale per le democrazie che riconoscono il valore della libertà di espressione e viene tutelato da quanti hanno a cuore tale valore”, specificando che “eventuale materiale offensivo non deve diventare una scusa per violare questo diritto fondamentale”.
Anche Giuseppe Fioroni, responsabile dell’area Welfare del PD e Ministro della Pubblica istruzione all’epoca dei fatti, è intervenuto sulla vicenda. Pur accogliendo con favore il “segnale di responsabilizzazione offerto dalla sentenza”, aggiunge una considerazione in più: “Fermo restando che la responsabilità di chi gestisce la Rete è innegabile, è anche vero che tramite quel video fu possibile risalire ai responsabili. Senza quel video, forse, mai avremmo saputo e di conseguenza forse mai avremmo inasprito la legislazione sanzionatoria nelle scuole contro il bullismo”, ha sottolineato riferendosi ai provvedimenti portati avanti sotto la sua amministrazione.
Claudio Tamburrino