Viviamo nel secondo anno di una nuova epoca. Di un nuovo modo di enumerare gli anni, contando quelli che ci separano da un evento epocale e di alto valore simbolico, un evento per cui ha senso creare un nuovo calendario.
L’evento in questione è il Datagate, il suo simbolo certamente Edward Snowden (grazie Edward): il giorno zero del suo anno zero è complesso da determinare.
Forse il 21 giugno 2013, quando il Dipartimento di Giustizia prese atto della questione e dichiarò Edward una spia?
Forse il giorno della rivelazione dei primi documenti riservati pubblicati dai quotidiani The Washington Post e The Guardian , il 6 giugno 2013?
Forse il primo maggio 2013, giorno in cui Edward Snowden lasciò la sua casa negli Stati Uniti ed iniziò il suo esilio autoimposto, espatriando dalle Hawaii ad Hong Kong?
Quest’ultima data sembra a Cassandra la più significativa, pur non essendo, come tante cose in questo “affaire”, completamente certa.
Il nuovo 25 dicembre dell’anno 1 d.C è quindi il primo maggio 2013 dell’anno 0 d.D. Meglio infatti evitare l’ errore di Dionigi il Piccolo , che non previde un anno zero, ed iniziò la sua era direttamente con l’anno 1 dopo Cristo, contando l’anno precedente anno 1 a.C.. Dichiariamo quindi il 2013 d.C. (anzi e.v. – era volgare) anno zero dell’era dopo il Datagate (d.D.), mantenendo data e mese solari, analogamente da quanto fatto per l’introduzione di altri calendari.
Oggi, dopo esattamente un anno, siamo bene addentro l’anno 1 d.D., l’anno uno dopo il Datagate.
“La solita Cassandrata fatta per stupire: che bisogno c’è di definire un’era in base ad un importante ma pur sempre limitato fatto di cronaca?”, diranno i più inflessibili dei 24 lettori.
Giusta obiezione: una giustificazione, anzi una spiegazione, è quindi d’obbligo.
Se da una parte definire un’era può essere roboante, sottovalutare il cambiamento epocale del Datagate sarebbe non solo una incredibile ingenuità, ma la negazione di una realtà evidente.
È il giorno in cui un limitato numero di persone bene informate, definite, anzi autodefinitesi, “paranoiche” hanno scoperto di essere state invece timorose, ottimistiche, di essersi autolimitate e di aver quindi errato non per eccesso ma per difetto di paranoia.
È il giorno in cui tutti i negazionisti o i menefreghisti del tecnocontrollo sono stati smentiti totalmente, in blocco e senza nessuna possibilità di svicolare.
È il giorno in cui gli abitanti delle cosiddette democrazie occidentali, di fronte all’emergere delle reti di collaborazione, anzi di complicità, tra stati e stati e tra governi e grandi aziende nel violare i diritti civili dei propri ed altrui cittadini, sono stati costretti a riconoscere che sia i diritti civili che i più modesti diritti dei consumatori non esistono.
Ma, paradossalmente, questo giorno è il punto di svolta sopratutto per i tantissimi che del Datagate se ne sono fregati completamente. Per chi ha abbracciato con entusiasmo il “modus vivendi” di utilizzare e di vivere nelle comunità sociali, di accarezzare continuamente gli smartCosi , di diventarne dipendenti, di lasciarsi trascinare nell'”Internet delle Cose” diventando “cose” a loro volta.
A queste persone, che esercitano il democratico diritto della maggioranza a trascinare se stessi e le minoranze verso il baratro, Cassandra dedica la nuova epoca ed il nuovo calendario di cui, coscienti o incoscienti, menefreghisti o indifferenti, scandiranno d’ora in poi i giorni.
Marco Calamari
Lo Slog (Static Blog) di Marco Calamari
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